mercoledì 15 novembre 2017
Il partito al governo parla di «transizione senza spargimento di sangue» e sostiene l'ex vicepresidente Mnangagwa, che voleva sfidare la moglie di Mugabe alle elezioni del 2018
Un portavoce delle forze armate legge in televisione la dichiarazione sull'arresto di Mugabe e la moglie (Ansa)

Un portavoce delle forze armate legge in televisione la dichiarazione sull'arresto di Mugabe e la moglie (Ansa)

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L'esercito dello Zimbabwe ha annunciato di avere in custodia il presidente Robert Mugabe e la moglie Grace. «La loro sicurezza è garantita», si afferma nella dichiarazione letta in televisione da un portavoce delle forze armate. Secondo fonti dell'opposizione, l'esercito avrebbe consentito a Grace Mugabe di fuggire all'estero: sarebbe in Namibia. Il partito al governo, Zanu-Pf di Mugabe, su Twitter nega che ci sia stato un colpo di Stato, parlando di una «transizione senza spargimento di sangue in cui persone corrotte sono state arrestate e un uomo anziano di cui la moglie approfittava è stato fermato».

«Né lo Zimbabwe, né Zanu sono di proprietà di Mugabe e sua moglie» scrive su Twitter il partito Zanu-Pf. «Oggi comincia una nuova era e il compagno Mnangagwa ci aiuterà a ottenere uno Zimbabwe migliore». In un altro tweet il partito sottolinea che il vicepresidente defenestrato ed esiliato Mnangagwa sarà il presidente di Zanu-Pf.

Davanti alle banche di Harare, la capitale, si stanno formando code di persone in attesa di ritirare i contanti. Preoccupazione per la situazione in Zimbabwe è stata espressa dal ministro degli Esteri britannico, Johnson, e dal presidente sudafricano, Jacob Zuma. La Farnesina invita alla cautela gli italiani presenti in Zimbabwe.

Prove di golpe

La tensione è salita ai massimi livelli nella capitale dello Zimbabwe, Harare. Dopo giorni di pesanti litigi all’interno dello Zanu-Pf, il partito al potere, il generale Costantino Chiwenga, a capo dell’esercito, è intervenuto militarmente per «ripristinare l’ordine nel Paese».

Un possibile «tentativo di colpo di Stato», afferma gran parte dei media locali. Diversi testimoni hanno infatti detto di aver visto «un lungo convoglio di veicoli militari », tra cui «alcuni carri armati nei dintorni di Harare». Una mossa diretta, senza dubbio, contro il comportamento sempre più prepotente di Grace Mugabe, moglie del presidente Robert Mugabe. La first lady, 52 anni, 41 anni in meno di suo marito e candidata alle elezioni presidenziali previste per metà 2018, è infatti riuscita ad allontanare il suo principale rivale, l’ex vicepresidente, Emmerson Mnangagwa, 75 anni.

Secondo gli analisti si tratta di «una lotta per il potere tra leader del passato e del futuro». Chiwenga, sostenuto dagli anziani dello Zanu-Pf, ha deciso di opporsi all’influenza della signora Mugabe, supportata invece dall’ala più giovane dello stesso partito. Quest’ultima fazione ha ormai un ruolo politico sempre più dominante che, dopo 37 anni di Robert Mugabe alla testa del Paese, spinge per avere la moglie come presidente. Una speranza contrastata però dai “vecchi” del regime.

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«Devono interrompersi immediatamente le purghe dirette contro membri del partito che hanno combattuto per l’indipendenza – ha dichiarato lunedì Chiwenga durante una conferenza a cui hanno partecipato circa novanta funzionari militari e della sicurezza –. Dobbiamo ricordare a quanti sono dietro le attuali manovre traditrici che l’esercito non esiterà a intervenire quando si tratta di proteggere la nostra rivoluzione».

In seguito a tali parole si sono levate le proteste del G40: «Chiwenga deve rispettare la costituzione e rimanere fuori dalla politica», ha detto Kudzai Chipanga, a capo della Lega giovanile dello Zanu-PF. Più tardi lo stesso Zanu-PF definiva «tradimento» la posizione di Chiwenga le cui dichiarazioni vogliono «incitare all’insurrezione».

Il rivale della first lady Mnangangwa, prima di essere licenziato la scorsa settimana, aveva denunciato un tentativo di avvelenamento nei suoi confronti avvenuto lo scorso agosto durante un raduno dello Zanu-Pf. La stessa Grace Mugabe lo aveva definito «un serpente a cui si deve dare un colpo in testa». Il disaccordo tra i due politici risale ad almeno dieci anni fa quando ci fu un possibile tentativo di colpo di Stato promosso da circa 400 militari che avevano espresso il desiderio di rimuovere Mugabe e portare Mnangangwa al potere. Al momento l’opposizione sembra però diffidente rispetto ai veri intenti dell’esercito, accusato spesso di corruzione legata soprattutto alle preziose risorse naturali del Paese. «Non crediamo che Chiwenga abbia tanto potere da spodestare il presidente Mugabe», hanno dichiarato alla stampa i leader oppositori.

L’esercito, però, è da ieri pomeriggio in movimento. Fonti locali hanno garantito di aver visto «mezzi militari diretti verso la residenza della Guardia presidenziale nel sobborgo di Dzivarasekwa», situata proprio alle porte di Harare. Inoltre, altri testimoni hanno assicurato che «personale militare ha circondato la sede della tv statale Zbc». La fine della dittatura di Mugabe potrebbe essere molto vicina.

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