sabato 17 agosto 2013
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L’Europa faccia sentire la sua voce. Il governo ita­liano segue con attenzio­ne i drammatici sviluppi della cri­si egiziana. E mentre il premier Letta e il presidente francese Hol­lande concordano sul fatto che la crisi abbia «ormai passato il limi­te », il ministro degli Esteri Emma Bonino parla di «violazioni inac­cettabili » negli scontri tra governo e manifestanti e chiama l’Unione Europea perché si muova «in mo­do coeso e autorevole». Il primo atto è il blocco italiano delle esportazioni di armi verso l’Egitto.
La Farnesi­na intanto «sconsi­glia i viaggi in tutto il Paese» e invita i tu­risti italiani in va­canza sul Mar Rosso a non muoversi dai villaggi, «evitando e­scursioni nell’inter­no e nelle città». In­dicazioni non abba­stanza chiare per gli operatori turistici: secondo alcune testimonianze, alcuni tour opera­tor non rimborsano chi vuole ri­nunciare, «perché l’Italia non ha formalmente chiuso le rotte». La paura è aumentata dopo che ieri si sono svolte marce dei sostenitori di Morsi a Hurghada, dove si tro­vano migliaia di italiani. Non si so­no registrati scontri ma la tensio­ne è stata forte.
Il caos egiziano è dunque al cen­tro della telefonata tra il presiden­te del consiglio Enrico Letta e il presidente François Hollande: «Francia e Italia convengono sul fatto che la crisi abbia ormai pas­sato il limite – riferisce lo stesso Letta – e che il livello di violenza e repressione sia divenuto inaccet­tabile ». Per Roma e Parigi bisogna «assicurare urgentemente il ri­spetto dei diritti umani e la ripre­sa del dialogo». Come? Per Letta e Hollande è «impellente e neces­sario un rinnovato e forte impe­gno dell’Ue con un’azione coesa dei ministri degli Esteri». Grande preoccupazione anche nelle parole del ministro degli E­steri. Emma Bonino parla di «uso brutale ed inaccettabile della for­za da parte delle autorità» e di «preoccupante quadro di viola­zioni dei diritti umani, che con­trasta fortemente – sottolinea il ministro – col dovere fondamen­tale del governo e dell’esercito di proteggere i propri cittadini e di garantire la sicurezza di tutti i luo­ghi di culto». Così «si allontanano le prospettive di riavvio del pro­cesso di transizione verso nuovi assetti democratici». La Farnesina invita anche la Fratellanza musulmana ad «agi­re con forza per fer­mare le derive ol­tranziste e settarie». Bonino esorta dun­que l’Europa a far sentire «la sua voce in maniera coesa ed autorevole» e auspi­ca «una riunione straordinaria del Consiglio affari esteri dell’Ue».
L’Italia intanto ha bloccato le e­sportazioni di armi: «È questa la linea da proporre all’Europa», ri­badisce il vice-ministro degli E­steri Marta Dassù che ricorda il Consiglio politico d’emergenza della Ue convocato a Bruxelles per lunedì, cui seguirà una riunione ad hoc del Consiglio per gli affari esteri. Il nostro Paese finora è sta­to, dopo gli Usa, uno dei primi for­nitori di armi. L’allarme italiano infastidisce il go­verno provvisorio egiziano. Il por­tavoce del ministero degli Esteri, Badr Abdellatty, condivide lo sgo­mento di Roma «perché il sangue versato è sangue del popolo egi­ziano, sostenitori di Morsi o forze dell’ordine». Ma replica: «Nessun governo italiano avrebbe accetta­to sit-in armati sul suo territorio».
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