sabato 27 aprile 2013
COMMENTA E CONDIVIDI

Mille tonnellate negli arsenaliPrimo in Medio Oriente e quarto al mondo, l’arsenale chimico siriano ha dimensione spaventose. Molti analisti concordano nel ritenere che Damasco disponga attualmente di 500-1.000 tonnellate cubiche di aggressivi chimici, fra Iprite, agente Vx e Sarin. Quattro sarebbero i siti produttivi: uno ubicato a nord di Damasco, uno nei pressi di Homs, uno ad Hama e un altro in prossimità di Cerin, sufficienti a garantire un quantitativo annuo di alcune centinaia di tonnellate di agenti. Il Sarin è balzato agli onori delle cronache in questi ultimi giorni: è un liquido inodore e incolore, sparato in forma di aerosol. Il contatto con una micro-goccia è sufficiente a uccidere un uomo. Secondo il generale Itaï Brun, capo del dipartimento di ricerca e analisi dell’intelligence di Tsahal, Israele avrebbe prove «inconfutabili» . Anche fonti statunitensi e britanniche confermerebbero. Gran parte dell’arsenale chimico siriano è infatti concepita non tanto per armare i missili balistici, che sarebbero fra i 100 e i 200, quanto per l’uso massiccio con proiettili d’artiglieria e munizioni per carri armati, largamente utilizzati da Assad nei combattimenti urbani.

Chi può utilizzare quei veleniIn due anni di guerra civile, l’Esercito Libero siriano ha lamentato 18 raid “chimici” a Damasco, Idlib, Hama ed Homs accusando direttamente il regime di Assad. Secondo alcuni ufficiali disertori, i lealisti avrebbero addirittura modificato una quindicina di autocarri Mercedes e Volvo che servirebbero solo apparentemente al trasporto refrigerato di generi alimentari. Nei fatti, questi mezzi altro non sarebbero che dei laboratori mobili, con attrezzature idonee a trasportare e miscelare gli agenti chimici, per poi caricarne i proiettili. Regime e ribelli si accusano a vicenda di attacchi proibiti, spalleggiati rispettivamente dal Cremlino e dagli Occidentali. L’intelligence statunitense parla di 20-40 siti di stoccaggio siriani, quella russa di appena due. Le posizioni sono agli antipodi. Il 19 marzo scorso, il governo di Mosca ha accusato i ribelli di aver usato armi chimiche contro la popolazione nella provincia di Aleppo e non ha escluso che alcune formazioni dispongano di missili e aggressivi catturati nei depositi del governo saccheggiati al termine dei combattimenti. Gli 007 occidentali in GiordaniaSimilmente a quanto avvenuto in Libia nel 2011, le forze speciali occidentali sono già intervenute in Siria. Gli incursori britannici dello Special air service hanno prelevato campioni di terreno e li hanno consegnati agli specialisti del dipartimento di ricerca chimico e biologico del ministero della Difesa, a Porton Down. Gli Usa hanno uomini in Turchia, in Libano e in Giordania, dove hanno appena schierato un contingente di 200 soldati, che ha creato forti proteste anche ieri ad Amman. Un distaccamento delle forze speciali è ad Harissa, poco più a nord di Beirut. Ha compiuto più incursioni in Siria, con strumenti mobili di analisi. Come se non bastasse, il National clandestine service della Cia sta collaborando con la Delta force nel monitoraggio ai siti sensibili, cui concorrono anche satelliti di sorveglianza e droni. Al King Abdallah training center, a nord di Amman, è un pullulare di agenti delle forze speciali occidentali: dalla Cia allo Special air service britannico, senza dimenticare i francesi della Dgse e del Comando per le operazioni speciali.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: