venerdì 19 agosto 2022
Ipotesi di una tregua temporanea e di un faccia a faccia tra Putin e Zelensky. Kiev: prima il ritiro dei russi. Il nodo della centrale di Zaporizhzhia
La conferenza stampa con Erdogan, Zelensky e Guterres

La conferenza stampa con Erdogan, Zelensky e Guterres - Ansa

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Soffocata, stritolata, annichilita dalle armi, la diplomazia torna a battere un colpo nella crisi ucraina. E lo fa in una giornata densa di incontri – prima quello tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, poi il vertice trilaterale a Leopoli ancora tra Zelensky, Guterres e il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, durato circa quaranta minuti – , con la Turchia del “sultano” libera di giocare il ruolo di grande cerimoniere della partita tra Mosca e Kiev, riempiendo il ruolo lasciato vuoto dagli altri “attori”, Europa in testa.
Nel faccia a faccia con il presidente ucraino Zelensky, Erdogan ha calato l’asso dell’ipotesi di un “cessate il fuoco” temporaneo. Non solo. Sul tavolo c’è anche la possibilità di un incontro in Turchia tra lo stesso Zelensky (che pone come condizione il ritiro dei russi) e il “collega” russo Vladimir Putin a cui – secondo quanto anticipato dalla Cnn Turk – anche Mosca avrebbe acconsentito, ammorbidendo la linea dura del Cremlino che fino ad oggi ha sempre rifiutato l’ipotesi di un bilaterale con Kiev. Secondo fonti russe, i due leader potrebbero «discutere una tabella di marcia per porre fine alla guerra». Per il turco Erdogan, già protagonista dell’accordo sul grano – definito senza precedenti da Guterres – , una vera e propria “incoronazione”. Non a caso Zelensky ha definito la visita «un potente messaggio di sostegno da parte di un Paese così importante» per l’Ucraina. Il presidente ucraino si è detto poi «certo che l’ulteriore espansione della cooperazione tra Ucraina e Turchia rafforzerà entrambe le parti». I due Paesi hanno siglato un accordo sulla ricostruzione.
Resta il nodo più aggrovigliato e inquietante: quello della centrale nucleare di Zaporizhzhia, il più grande impianto in Europa controllato oggi dai militari russi. Mosca e Kiev si palleggiano le accuse e le responsabilità degli attacchi che hanno lambito la centrale. La Russia afferma che sono le forze ucraine a sparare “incautamente” contro l’impianto, l’Ucraina sostiene, invece, che che la Russia stia utilizzando deliberatamente il complesso del reattore come base per lanciare attacchi contro la sua popolazione. La richiesta di Zelensky indirizzata a Guterres è stata netta: «L’Onu garantisca la sicurezza di Zaporizhzhia, la sua smilitarizzazione e la completa liberazione dalle truppe russe». Lo stesso Zelensky ha parlato «di un terrore deliberato da parte dell’aggressore russo» che rischia di avere «conseguenze catastrofiche globali per il mondo intero». Erdogan, da parte sua, ha tagliato corto: «Non vogliamo una nuova Chernobyl». E Guterres ha sottolineato come «qualsiasi potenziale danno a Zaporizhzhia sarebbe un suicidio».
La posizione di Mosca resta, però, ferma. Il vice portavoce del ministero degli Esteri russo, Ivan Nechaev ha fatto sapere che il Cremlino considera «inaccettabili» le proposte di creare una zona smilitarizzata nell’area della centrale nucleare ucraina. «La loro attuazione renderà l’impianto ancora più vulnerabile», ha aggiunto Nechaev. Secondo Mosca quelle di Kiev «sono «provocazioni» attentamente pianificate per creare «un incidente» e addebitarne le responsabilità di un eventuale disastro all’esercito russo. Mosca accusa le forze ucraine di aver bombardato l’impianto «servendosi di drone kamikaze in almeno 12 occasioni diverse» e dal 18 luglio di aver «attaccato Zaporizhzhia con sistemi di lanciarazzi multipli, artiglieria e droni».
Non solo. Il ministero della Difesa russo si è detto disposto a mostrare all’Aiea, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, immagini in alta definizione per dimostrare che non ha dislocato armamenti nei pressi della centrale. Un potenziale incidente nella centrale – ha avvertito Mosca – potrebbe causare la contaminazione attraverso radiazioni dei territori non solo ucraini ma anche di Germania, Moldavia, Polonia, Romania e Slovacchia. Mosca, secondo quanto ha riportato la Reuters, non ha escluso la possibilità di chiudere l’impianto, una misura che però, secondo Kiev, potrebbe aumentare «il rischio di una catastrofe nucleare».
Altro capitolo: il grano. Zelensky e Guterres hanno discusso delle esportazioni di grano, dopo l’accordo mediato da Nazioni Unite e Turchia, che ne ha consentito la ripresa in questo mese. Guterres ha fatto sapere che le Nazioni Unite intensificheranno le esportazioni prima dell’inverno.

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