domenica 15 maggio 2016
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L’ECONOMIA IN GINOCCHIO Si fa ogni giorno più drammatica la recessione in Venezuela. Un’inflazione al 180 per cento polverizza i salari, mentre gli scaffali dei negozi sono vuoti. Cibo, medicine, prodotti igienici, tutto scarseggia. Inclusa l’energia. I black-out sono all’ordine del giorno. Per risparmiare energia, il governo ha “varato” la settimana lavorativa di due giorni: i dipendenti pubblici prestano servizio lunedì e martedì, pur conservando il salario intero. LE PROTESTE La rabbia cresce nella popolazione. Durante le lunghe file di fronte ai market, le liti si trasformano spesso in tafferugli e i saccheggi si moltiplicano. L’opposizione cerca di destituire Maduro attraverso un referendum. Per sostenere l’iniziativa ha convocato varie manifestazioni. In 48 ore, il fronte anti-chavista dice di aver raccolto 1,8 milioni di firme per chiedere la consultazione. Il governo, tuttavia – denunciano – sta cercando di ritardarne la verifica per far I RISCHI La tensione cresce. In un Paese già tremendamente polarizzato il rischio di una deriva violenta è alto. Il governo sembra deciso ad arroccarsi sempre più in difesa. Il che restringe i margini di manovra dell’ala più moderata dell’opposizione, a favore di quelle più radicali. Finora le Forze armate hanno mantenuto un cauto sostegno a Maduro, la cui popolarità non supera ormai il 20 per cento. Anche fra i militari, comunque, il malcontento aumenta. Insieme alla tentazione, interna allo stesso chavismo, di sbarazzarsi dell’ormai scomodo presidente con un sommovimento interno. (Lu.C.)
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