martedì 29 marzo 2016
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Il gruppo Jamaat-ul-Ahrar che ha rivendicato l’attentato di Lahore è una delle tante scissioni prodottesi negli ultimi anni all’interno del Movimento dei taleban del Pakistan ( Ttp). Nato ufficialmente alla fine del 2007, il Ttp aveva raccolto migliaia di combattenti originari dei sette distretti che formano le semi-autonome Aree tribali pachistane, ma anche di diversi distretti a maggioranza pashtun. Il movimento si prefiggeva come obiettivo l’applicazione della sharia nel Pakistan a partire dalle aree al confine con l’Afghanistan sotto il suo controllo, come la Valle dello Swat e il Waziristan, e ciò attraverso la proclamazione del jihad contro l’esercito pachistano, considerato apostata. La scissione del Jamaat-ul-Ahrar (l’Assem- blea degli uomini liberi, ndr) si produce nell’agosto 2014 ad opera di Omar Khalid Khorasani, alias Abdul Wali, già capo militare del distretto di Mohmand. Khorasani accusava il leader del Ttp, Mullah Fazlullah, di essersi allontanato dalla linea ideologica fissata dal fondatore Hakimullah Mehsud, rimasto ucciso nel novembre 2013 in un raid lanciato da un drone Usa. Lo seguono in questa decisione molti guerriglieri originari di quattro dei sette distretti confinanti con l’Afghanistan: Mohmand, Orakzai, Bajaur e Khyber. Il 4 ottobre, il nuovo gruppo manifesta il proprio sostegno al Daesh di Abu Bakr al-Baghdadi, pur invitando alla riconciliazione tra questi e i suoi rivali di al-Qaeda. Tenace nella sua pretesa di rappresentare il vero Ttp, Jamaat- ul-Ahrar ha intensificato negli ultimi mesi gli attentati, in particolare contro i comitati di pace instaurati nelle zone tribali, ma soprattutto contro obiettivi cristiani. È stato il gruppo, infatti, a rivendicare il duplice attentato suicida che ha colpito, il 15 marzo 2015, due chiese del quartiere cristiano di Youhanabad, a Lahore (la chiesa cattolica di San Giovanni e una chiesa protestante). © RIPRODUZIONE RISERVATA
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