domenica 1 marzo 2015
I minori sono stati riconsegnati alle famiglie. ​I responsabili della fabbrica di mattoni indagati per trattamento inumano, date le condizioni in cui si trovavano i dipendenti.
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L’Orissa, Stato orientale al centro della campagna persecutoria contro cristiani e tribali, resta anche centrale nello sfruttamento di lavoratori in condizioni simili spesso alla schiavitù. Nei giorni scorsi funzionari del ministero del Lavoro e poliziotti hanno liberato 34 individui, tra cui 15 donne e sette bambini da una fabbrica di mattoni del distretto di Ganjam. I responsabili della manifattura sono indagati per trattamento inumano, date le condizioni in cui si trovavano i dipendenti, tutti arruolati all’inizio di febbraio.  Gli adulti salvati sono stati rimandati ai villaggi d’origine dopo la verifica della loro identità e i minori sono stari consegnati alle famiglie. A spingere all’azione funzionari e poliziotti, la denuncia di un lavoratore che aveva segnalato alle autorità del distretto la scarsità di cibo e le pessime condizioni di alloggio dei compagni, oltre alla riduzione arbitraria dei compensi.  Una situazione non nuova. In un caso venuto alla luce il 13 febbraio, ultimo che ha avuto risonanza nazionale, proprio la corresponsione di un salario di 200 rupie alla settimana (circa 3 euro) per produrre 10mila mattoni contro le 300 giornaliere pattuite, ha spinto i dipendenti schiavizzati in un’altra fabbrica di mattoni a denunciare il proprietario. Il caso ha avuto come teatro un’area dello Stato meridionale del Tamil Nadu, ma protagonisti 333 individui, tra cui 75 bambini, provenienti dall’Orissa.
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