lunedì 5 dicembre 2016
Il profilo della bambina di 7 anni che aveva commosso il mondo con i suoi post sotto le bombe era stato bloccato ma poi è ricomparso.
Un ritratto della bambina dal suo account twitter

Un ritratto della bambina dal suo account twitter

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Allarme rientrato ad Aleppo: Bana Alabed, la bambina siriana di 7 anni che ha catturato l'attenzione del mondo intero con i suoi drammatici racconti su Twitter sui bombardamenti ad Aleppo, è tornata a twittare dopo un silenzio che aveva messo in allarme i suoi seguaci e i giornali di tutto il mondo.

Il suo account di Twitter era stato cancellato e nessuno sapeva perché. Bana, che ha più di 200.000 followers, dal settembre scorso ha twittato messaggi coraggiosi come quello del 27 novembre: "Questa notte non ho casa, è stata bombardata e sono finita fra le macerie".

L'ultimo messaggio inviato sull'account di Twitter che Bana condivide con la madre, Fatemah, un'insegnante di inglese, recitava così: "Siamo sicure che l'esercito adesso ci sta per prendere. Ci rivedremo un altro giorno. - Fatemah #Aleppo".


Parole che avevano scatenato numerose reazioni: forse la bimba-simbolo della guerra in Siria era stata ferita, o peggio, uccisa dai bombardamenti? L'allarme è rientrato questa sera, quando sull'account è comparso un altro messaggio, comunque non troppo rassicurante. "Siamo sotto attacco. Non sappiamo dove andare, ogni minuto potremmo morire. Pregate per noi".




La madre di Bana ha creato l'account di Twitter per la figlia a settembre per "condividere la nostra vita qui con il mondo!" mentre l'esercito siriano lanciava una grande offensiva per riprendere Aleppo. I video più drammatici catturavano il rumore delle bombe. Bana ha parlato alla camera e ha chiesto aiuti. Madre e figlia vivono nelle zone controllate dai ribelli finite sotto i pesanti bombardamenti del regime siriano e dell'alleato russo.

Alcuni osservatori hanno avanzato qualche dubbio sul fatto che Bana sia davvero quello che sembra, cioè una bambina diventata simbolo della violenza della guerra, e hanno ipotizzano che dietro il suo account si celi una abile campagna mediatica in chiave anti-regime.

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