martedì 14 febbraio 2017
“Ciao mamma, vado in Africa” è la serie in onda su Tv2000: 9 dottori dell'organizzazione Medici con l'Africa Cuamm raccontano l'esperienza in Tanzania, Sierra Leone, Uganda, Etiopia e Mozambico
«La nostra Africa dei bimbi guariti»

Un’Africa positiva, col volto sorridente di bambini finalmente sfamati e guariti. Sono le storie raccontate da “Ciao mamma, vado in Africa”, serie che parte il 14 febbraio, alle 19.30, su Tv2000 e si conclude venerdì 18 febbraio.

Firmato dal regista Nicola Berti, con la sceneggiatura di Marco Lodoli, il documentario punta la telecamera su nove dottori ma anche amministratori di “Medici con l’Africa Cuamm”, organizzazione italiana che, dal 1950, ha inviato 1.600 volontari in 41 Paesi del mondo, promuovendo soprattutto la salute delle popolazioni africane. «Mi sono immerso nella realtà del Paese e, per un anno, ho condiviso ogni aspetto della vita di questi trentenni che hanno lasciato l’Italia per qualche mese per dedicarsi all’Africa», racconta il regista Berti.


Cinque puntate. Storie come quella di Sara Chiurchiù di Roma e Martina Mazzocco di Rovigo, specializzande in pediatria, che lavorano insieme nell’ospedale di Tosamaganca, in Tanzania, costruendo un bellissimo rapporto di amicizia. O di Francesca Tognon, medico di Verona in Sierra Leone insieme con Matteo Bottecchia di Treviso specializzato in progetti. In Uganda ci sono Riccardo Conventi di Modena e Palmira Immordino di Palermo, entrambi specializzandi, mentre della puntata dedicata al Mozambico sono coprotagonisti Guido Maringhini, un giovane specializzato in salute pubblica, insieme a Chiara Boscardin specializzanda in pediatria di Padova. Infine l’Etiopia con la storia di Francesca Gritti, originaria di Bergamo, che si occupa di amministrazione.



Chi guarda “Ciao mamma, vado in Africa” scopre le ultime novità sul Continente nero viste attraverso gli occhi di giovani che hanno avuto il coraggio di lasciare tutto non per scappare ma per costruire un futuro migliore. Magari seguendo il corso di preparazione del Cuamm in sordina, senza dirlo ai genitori fino all’ultimo momento. Per non farli preoccupare troppo.

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