mercoledì 2 febbraio 2022
Finita l'odissea di Charlotte Bellis: il governo neozelandese organizza la quarantena e un volo dall'Afghanistan per la giornalista
La reporter neozelandese Charlotte Bellis

La reporter neozelandese Charlotte Bellis - Ansa

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Charlotte Bellis, la giornalista neozelandese incinta rimasta bloccata in Afghanistan, può rientrare in patria. La sua storia ha avuto ampia eco, ripresa dai media internazionali. Charlotte Bellis è uno dei volti europei più noti della tv al-Jazeera, con sede a Doha, in Qatar. Per il canale panarabo all-news ha seguito, ad agosto, il ritiro delle truppe della Nato dall’Afghanistan, intervistando e raccontando la condizione delle donne con il ritorno dei taleban.
Scoperto a settembre di essere incinta, si è dimessa da al-Jazeera perché in contrasto con le leggi del Qatar che non consentono di avere figli al di fuori del matrimonio e proibiscono la convivenza tra due persone non sposate. Lei e il suo compagno, il fotografo freelance belga Jim Huylebroek, hanno così ripiegato nel Paese natale di lui, ma anche in questo caso la donna non si è potuta fermare a lungo perché non residente. Secondo quanto raccontato dalla giornalista al quotidiano New Zealand Herald, la reporter ha dichiarato di aver inviato, in questi mesi, 59 domande di permesso per il rientro in patria alle autorità neozelandesi, ma di essere stata respinta per «clausole, tecnicismi e confusione».
Gli unici ad aprirle le porte sono stati i taleban che le hanno offerto ospitalità. «Nel momento del bisogno, il governo della Nuova Zelanda ha detto “non sei la benvenuta qui” – ha sottolineato la giornalista –. Quando solo i taleban ti offrono, donna incinta e non sposata, un rifugio sicuro, sai che la tua situazione è complicata».
Non si è fatta attendere la risposta del governo di Wellington, che ha difeso la sua politica di restrizioni per contrastare la pandemia da Covid-19, in particolare verso coloro che entrano nel Paese dall’estero. Il ministro per la Risposta al Covid-19 responsabile anche del dicastero all’Educazione, Chris Hipkins, ha ribadito che esistono misure di rientro d’urgenza in patria e che c’era posto nei quarantena-hotel per persone in circostanze particolari, come la sua. «Hanno reso un servizio eccezionale alla Nuova Zelanda – ha dichiarato Chris Hipkins, citato dalla Bbc, riferendosi ai provvedimenti anti-Covid –: salvato vite, risparmiato ricoveri e impedito che il nostro servizio sanitario venisse travolto».
Dopo che il New Zealand Herald ha raccontato la sua storia, quello di Charlotte Bellis è diventato un caso, facendo il giro del mondo. Ieri la prospettiva di una soluzione. «C’è un posto in isolamento disponibile e la esorto a prenderlo», ha detto il vice primo ministro, Grant Robertson, durante il briefing quotidiano sul Covid, negando che la decisione sia arrivata dopo l’attenzione internazionale alla vicenda. E per permetterle il rientro in patria è stato organizzato un volo dall’Afghanistan.

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