domenica 28 luglio 2019
Entro fine anno la struttura dovrebbe essere rasa al suolo insieme all’adiacente villaggio. Era stata realizzata nel 2009 con fondi della cooperazione italiana, della Cei e delal ong Vento di Terra
Un piccolo allievo della "scuola di gomme" nel villaggio beduino palestinese di Khan al-Ahmar in Cisgiordania

Un piccolo allievo della "scuola di gomme" nel villaggio beduino palestinese di Khan al-Ahmar in Cisgiordania

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Stavolta sembra proprio che la “Scuola di gomme” di Khan al-Ahmar abbia i giorni contati. Entro la fine dell’anno la struttura dovrebbe essere infatti rasa al suolo insieme all’adiacente villaggio beduino palestinese, situato in una terra desertica, sulla strada che collega Gerusalemme al Mar Morto, vicino a Gerico in Cisgiordania. Alcuni mesi fa la Ong sionista Regavim ha presentato l’ennesima petizione all’Alta Corte israeliana chiedendo l’immediata demolizione dell’insediamento e nei giorni scorsi il primo ministro uscente Benjamin Netanyahu ha risposto che ciò avverrà «molto presto».

A quanto pare non prima di dicembre, perché prima sarà necessario attendere le elezioni di settembre e la nascita del nuovo governo. Il comitato dei coloni sta però perdendo la pazienza di fronte a una vicenda che negli anni ha mobilitato i governi e le istituzioni internazionali. A pochi chilometri dal piccolo villaggio di Khan al Ahmar, in cima alla collina, sorge la grande colonia israeliana di Ma’ale Adummim che si estende in direzione di Gerico e vorrebbe espandersi fino all’autostrada cresciuta accanto ai pascoli beduini. Alcuni giorni fa, nelle strade abitate dai coloni, i membri di Regavim hanno appeso provocatoriamente decine di bandiere palestinesi sostenendo che il governo non fa abbastanza per tutelare i loro interessi.

Nel villaggio beduino vivono attualmente circa duecento persone in tende e baracche prive di acqua e luce. La scuola fu realizzata nel 2009 con i fondi della cooperazione italiana, della Cei e della Ong Vento di Terra: per aggirare il divieto di costruire imposto da Israele nella cosiddetta “area C” della Cisgiordania, le pareti sono state fatte di pneumatici impilati uno sull’altro e intonacati con terreno argilloso.

In questi giorni decine di bambini scorrazzano felici nel cortile e negli spazi esterni della scuola, dove fino alla fine di agosto saranno impegnati nei campi estivi con gli educatori e i volontari del villaggio. «Quando la scuola sarà demolita questi bambini perderanno l’unica possibilità di accedere all’istruzione di base», conferma il medico del villaggio.

Il lungo contenzioso legale sembra però essere giunto ormai a una svolta decisiva e appare improbabile che il governo israeliano cambi idea. La comunità beduina di Khan al-Ahmar si trova infatti in un territorio di grande importanza strategica: per Israele il controllo dell’area è indispensabile per realizzare il piano di espansione coloniale “E1”, che intende collegare Gerusalemme e la valle del Giordano tagliando in due la Cisgiordania. Quando tale piano sarà ultimato, l’area della Cisgiordania che fa capo ai governatorati di Betlemme ed Hebron verrà definitivamente separata da quella di Nablus e Ramallah.

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