lunedì 7 novembre 2022
Se i repubblicani conquistassero il Congresso (e appare probabile) si rischierebbe la paralisi legislativa. Gli scenari, i 4 Stati da tenere d'occhio e l'atteso annuncio di Trump
Usa al voto di metà mandato: ecco cosa può cambiare

Ansa

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Martedì 8 novembre si svolgono negli Stati Uniti le elezioni di metà mandato (midterm elections) per rinnovare al Congresso la Camera dei rappresentanti e un terzo del Senato. Si tratta di una verifica dei seggi a metà del mandato presidenziale (il presidente dura in carica 4 anni). Indirettamente, è una verifica dell'operato e del gradimento del presidente in carica, un voto destinato a influenzare la politica del successivo biennio. Negli ultimi 70 anni di storia americana, alle elezioni di metà mandato il partito del presidente ha sempre perso seggi alla Camera (in media 26) e al Senato (in media 4).

Quest'anno il voto viene considerato particolarmente importante sia perché al Congresso il vantaggio dei democratici è minimo sia per l'estrema polarizzazione degli schieramenti in campo, con i repubblicani trumpiani che non riconoscono la legittimità della vittoria di Biden del 2020.

Di fatto, se prendessero il controllo del Congresso i repubblicani potrebbero bocciare ogni iniziativa di legge di Biden e questi, per contro, finirebbe per bloccare l'entrata in vigore di norme approvate dai conservatori. Il rischio sarebbe quello di una paralisi legislativa fino alla presidenziali del 2024.

Biden è arrivato a dichiarare che è in gioco la sopravvivenza della democrazia in America. "Se perdiamo la Camera e il Senato, saranno due anni terribili" ha detto. Per Trump sarebbe una rivincita per la sconfitta di due anni fa. I democratici hanno sollevando l'allarme sul fatto che siano in lizza tantissimi candidati trumpiani - il Washington Post ne ha contati 299 - che non solo si ispirano al programma Maga dell'ex presidente ma sono, come lui, "negazionisti" della vittoria elettorale di Biden. Per Trump proprio la vittoria dei suoi candidati sarebbe il perfetto trampolino di lancio di una sua nuova candidatura alla Casa Bianca: il suo entourage fa già trapelare una data per l'annuncio, il 15 novembre.

I seggi in palio e gli Stati da tenere d'occhio

Alla Camera ai repubblicani basterebbe conquistare 5 seggi in più degli attuali per rovesciare l'attuale rapporto di forza che vede prevalere (con 222 seggi contro 213) i democratici di Biden. Per conquistare il Senato ai repubblicani basterebbe prendere un solo seggio in più, poiché la situazione è di parità e il controllo da parte dei democratici è garantito dal voto decisivo della vicepresidente Kamala Harris.

Alla Camera un capovolgimento appare più probabile: si vota per tutti i 435 deputati. Al Senato sono 34 i seggi in palio (su 100). Quattro gli Stati da tenere d’occhio per capire se i repubblicani riusciranno a prevalere al Senato: Arizona, Georgia, Nevada e Pennsylvania.

Stando ai sondaggi, fra i quattro Stati in bilico è in Arizona che i democratici rischiano un po' meno: il senatore democratico uscente, Mark Kelly, sarebbe al 51% contro il 45% del repubblicano. In Nevada la sfida più serrata, con la democratica attualmente in carica, la senatrice Catherine Cortez Masto, e il suo sfidante repubblicano, Adam Laxalt, in parità al 47%. In Georgia il progressista Raphael Warnock è in testa rispetto al suo avversario conservatore, Herschel Walker, ma con un vantaggio risicato, al di sotto del margine di errore. Ancora più debole nei sondaggi il vantaggio al quale si tiene aggrappato il candidato democratico in Pennsylvania.

Negli ultimi mesi i dem hanno visto erodersi la distanza accumulata sul Grand old party (Gop, conservatori) durante l'estate. Ma se è ancora imprevedibile sapere chi dominerà al Senato, le condizioni sono favorevoli perché il Gop vinca alla Camera. Qui infatti i repubblicani possono guadagnare i cinque seggi mancanti semplicemente recuperando quelli che Trump aveva perso nel 2020, senza contare che altri si sono spostati più vicino al Gop nella riorganizzazione dei distretti degli ultimi due anni. Decisive saranno le preferenze delle aree residenziali suburbane. Qui molti elettori più istruiti e di ceto sociale elevato che hanno lasciato il Partito repubblicano nel 2018 perché alienati da Trump potrebbero tornare al Gop ora che Trump ha lasciato la Casa Bianca. I distretti da tenere d'occhio per la Camera sono distribuiti in buona parte del Paese, ma si concentrano soprattutto in Arizona, Iowa, Virginia, New Jersey, Pennsylvania, Washington, Oregon, Pennsylvania e Michigan.

I primi risultati nella notte tra martedì e mercoledì

Quando avremo i risultati delle elezioni di metà mandato? Nel 2020, per le presidenziali del 3 novembre, ci vollero giorni, fino al sabato 7 novembre, quando Abc News dichiarò Joe Biden vincitore. Questa volta non bisognerà aspettare tutto quel tempo ma è probabile che non conosceremo tutti i vincitori nella notte elettorale tra martedì 8 e mercoledì 9 novembre. Stati come Arizona, Nevada e Pennsylvania, considerati decisivi per il risultato al Senato, potrebbero richiedere giorni per completare lo spoglio delle schede elettorali, comprese quelle inviate in anticipo. Dipenderà molto dal rapporto di voti tra gli sfidanti.

L'orario esatto dello spoglio dipende dagli Stati: ognuno ha regole differenti, orario diverso di chiusura dei seggi e fusi orari differenti, ma se la macchina elettorale procederà senza intoppi, possiamo prevedere che quando in Italia saranno le tre di notte arriveranno i primi risultati.

Si vota anche per rinnovare le assemblee legislative in 36 Stati (su 50) e per eleggere centinaia di sindaci.

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