giovedì 26 gennaio 2023
Il 2023 iniziato nel segno della violenza. La California è lo Stato più devastato: tre eccidi in 72 ore. Metà delle sparatorie tra il 2016 e il 2020 è stata causata da questioni familiari o lavorative
Il memoriale delle vittime di Monterey Park

Il memoriale delle vittime di Monterey Park - Reuters

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Quasi 40 morti in tre settimane. Il 2023 negli Stati Uniti è iniziato all’insegna della violenza armata, con una serie apparentemente infinita di sparatorie che si susseguono ora dopo ora. A nulla servono i moniti di Joe Biden che, per l’ennesima volta, ha implorato il Congresso di attuare una stretta sulle armi e imporre un bando sui fucili d’assalto.

La California è lo Stato più devastato: tre stragi in meno di 72 ore hanno provocato 19 vittime. Mentre ancora si cerca un movente per la carneficina di Monterey Park, dove un 72enne ha freddato 11 persone che festeggiavano il capodanno cinese in una sala da ballo, un altro killer anziano e di origine asiatica ha ucciso sette uomini in una fattoria dove si coltivano funghi, a sud di San Francisco.

Zhao Chunli, 66 anni, è stato bloccato e disarmato dai poliziotti in un parcheggio. Aveva acquistato legalmente l’arma utilizzata per la strage, una pistola semi-automatica. Anche in questo caso manca il movente, ma si avanza l’ipotesi che il killer avesse lavorato nella fattoria. Una possibilità che confermerebbe i risultati di una recente indagine del Secret Service, secondo la quale la metà delle sparatorie di massa negli Stati Uniti tra il 2016 e il 2020 è stata causata da questioni familiari o lavorative.

Il rapporto aggiunge che gli aggressori sono per la stragrande maggioranza uomini, per lo più con problemi di insicurezza economica e precedenti di violenza domestica.

Poche ore dopo, in un’altra città della California, Oakland, un uomo ha aperto il fuoco fuori da un benzinaio, uccidendo una persona e ferendone sette e poi è scappato. In fuga anche un altro killer che sempre fuori da un benzinaio, ma nello Stato di Washington, ha ucciso almeno tre persone prima di rubare un’auto e scappare.

Ancora un’altra sparatoria ha seminato morte e orrore in una scuola che aiuta giovani in condizioni di disagio a Des Moines, in Iowa: due studenti sono stati uccisi e la polizia ha fermato tre persone che stavano cercando di fuggire a bordo di un'auto. L'istituto in cui è avvenuta la strage era stato fondato da Will Holmes, il rapper conosciuto come Will Keeps che era arrivato a Des Moines 20 anni fa da Chicago dove viveva nel mondo delle gang.

Contro questo record di crudeltà e morte, mai così elevato nella storia americana, si è scagliato Biden, che della lotta alle armi ha fatto una priorità della sua presidenza. «Serve un’azione forte. Chiedo ancora una volta al Congresso di agire rapidamente e approvare il divieto delle armi d’assalto», ha tuonato. Mentre il governatore della California, il democratico Gavin Newsom, ha attaccato il secondo emendamento della Costituzione, che garantisce il diritto alle armi, definendolo «un patto suicida».

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