giovedì 17 gennaio 2019
La capitale vietnamita Hanoi potrebbe ospitare il secondo incontro tra i due leader. A Washington l’emissario di Kim
Kim Jong-un e Donald Trump a Singapore lo scorso giugno (Ansa)

Kim Jong-un e Donald Trump a Singapore lo scorso giugno (Ansa)

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Tutto deciso (o quasi). Sede del nuovo faccia a faccia compreso. Con le quotazione che danno vincente il Vietnam. La faticosa partita diplomatica che si sta giocando attorno alla denuclearizzazione della Penisola nordcoreana potrebbe essere arrivata a un nuovo punto di svolta. Kim Yong-chol, il braccio destro del leader nordcoreano Kim Jong-un, è sbarcato a Pechino. Ripartirà con l'immancabile lettera del leader nordcoreano per il presidente Usa, Donald Trump. Direzione Washington dove lo attende segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, a cui consegnerà la missiva. L'obiettivo è vincere le ultime resistenze e mettere a punto il secondo faccia a faccia tra i due leader dopo quello dello scorso giugno a Singapore. E, soprattutto, imprimere un'accelerazione a un "processo di pace" fatto per ora solo di proclami. Non solo: Kim sarebbe atteso anche a Seul il prossimo primo marzo.

Secondo l'agenzia Reuters, Kim raggiungerà la capitale vietnamita Hanoi per una visita di Stato il 4 febbraio. Proprio Hanoi, assieme alla città di Danang, vengono indicate dagli analisti come le più probabili sede del nuovo vertice tra Corea del Nord e Stati Uniti. Il Vietnam è pronto a giocarsi politicamente questa occasione, grazie al riavvicinamento con gli Stati Uniti. Nel 2016, Washington ha messo fine a un decennale embargo sulle armi in Vietnam e l'anno scorso una portaerei degli Stati Uniti ha visitato il Paese per la prima volta dalla fine della guerra. Le esportazioni del Vietnam verso gli Stati Uniti, suo più grande mercato di esportazione, sono aumentate del 14,3% lo scorso anno a 47,53 miliardi di dollari, pari a circa il 20% delle esportazioni totali del Vietnam. «La Corea del Nord può imparare dall'esperienza del Vietnam nel costruire legami con gli Stati Uniti», ha spiegato alla Reuters l'economista vietnamita Dang Doanh.



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