domenica 27 febbraio 2022
Che per l’armata russa le cose non siano per niente facili possiamo testimoniarlo avendo assistito a questi cinque giorni di ininterrotta battaglia. Campane delle chiese come allarmi anti-aerei
Un fermo immagine tratto da un video mostra una grande esplosione a Kiev questa mattina

Un fermo immagine tratto da un video mostra una grande esplosione a Kiev questa mattina - Ansa / Twitter

COMMENTA E CONDIVIDI

Comunque andrà a finire questa guerra, le mosse e le tattiche sul campo, le vittorie e le sconfitte in battaglia, gli assalti respinti e quelli riusciti, andranno studiati nelle accademie militari. Perché Kiev, che in questi mesi aveva chiesto aiuto come chi fosse consapevole che la via delle armi avrebbe espugnato la capitale in poche ore, invece sta lottando riproponendo l’antico confronto tra Davide e Golia.

Gli analisti militari danno per scontato che Golia (Mosca) alla fine prevarrà. Tuttavia in futuro la spavalderia di Vladimir Putin verrà osservata con altri occhi. Sulla carta se Kiev risulta difficile da espugnare, altri centri più piccoli sarebbero dovuti cadere in mezza giornata. Come Karkhiv, un milione di abitanti e vie d’accesso facili da controllare. Stamani le colonne di Mosca, dopo una spaventosa caduta di ordigni, sono riusciti ad entrare in città, ma non ancora a piegarla.

Secondo Kiev, la Russia ha perso circa 4.300 soldati e 146 carri armati dall'inizio dell'invasione. Lo ha dichiarato la vice ministra della Difesa di Kiev Hanna Malyar, aggiungendo che sarebbero stati abbattuti anche 27 aerei e 26 elicotteri. Mosca contraddice queste informazioni, confermando che da ambo le parti la guerra di propaganda segue il solito copione: enfatizzare le perdite del nemico e minimizzare le proprie.

Che per l’armata russa le cose non siano per niente facili possiamo testimoniarlo avendo assistito a questi cinque giorni di ininterrotta battaglia. Anche questa notte è trascorsa quasi sempre rinchiusi nei ripari sotterranei. L’intensità e la potenza di fuoco sono certamente cresciuti, ma è ancora presto per dire se vi sia stata una decisiva avanzata. Il conflitto sembra assestarsi su una guerra di posizione. Anche perché i rifornimenti dalle retrovie tardano ad arrivare. Diversi carri sono rimasti isolati e senza benzina, esponendo i militari russi al linciaggio della popolazione civile, che si sta armando con bottiglie incendiarie e finanche fucili da caccia.

Il luogo più sicuro in cui ripararsi sono le cripte delle chiese. A Kiev come nel resto del Paese. Siti religiosi che Putin non può permettersi di toccare. La Chiesa ortodossa ucraina, a causa delle tensioni politiche con Mosca, si è sostanzialmente staccata dal patriarcato di Russia. Ma i legami restano molto forti e l’esercito russo, spesso presentato come un’armata orgogliosamente cristiana, difficilmente potrebbe puntare i cannoni sui crocifissi.

Ecco il videomessaggio dell'arcivescovo maggiore di Kiev, monsignor Sviatoslav Shevchuk: "Saluti dalla Kiev ucraina! Oggi è domenica 27 febbraio 2022. Siamo sopravvissuti all'ennesima notte orribile. Ma dopo la notte, arriva il giorno, ecco il mattino". "Questa domenica, i residenti di Kiev non potranno andare in chiesa a causa del coprifuoco imposto dal governo e tutti dovrebbero rimanere a casa a causa della minaccia alla loro vita. Ma in tal caso, la Chiesa verrà dal popolo. I nostri sacerdoti scenderanno nel sottosuolo, scenderanno nei rifugi antiaerei e lì celebreranno la Divina Liturgia. La Chiesa è con il suo popolo!".

E così nelle antiche basiliche sotterranee ci si rifugia e si prega. Anche per i nemici, perché la pace dipende soprattutto da loro. Non solo. Le campane delle chiese possono essere utilizzate come allarmi anti-aerei. A rilanciare la notizia è Risu, l'agenzia di informazione religiosa ucraina, citata dal Sir: "Importante! Le campane delle chiese possono suonare allarmi in tutta l'Ucraina. Dopo aver sentito le campane, è necessario recarsi urgentemente ai rifugi".

Nonostante il coprifuoco stabilito fino alle 8 di domani mattina, le strade in uscita dall’Ucraina continuano ad essere trafficate. Sono oltre 62mila le persone arrivate dall'Ucraina in Ungheria da giovedì alla mezzanotte di sabato. Lo riferisce il Budapest Times, citando dati diffusi dalla polizia, secondo cui giovedì sono arrivati 19.978 rifugiati, venerdì 19.618 e sabato 23.140. Secondo la polizia ungherese, è anche aumentato, rispetto al solito, il flusso di persone che dall'Ungheria si sta recando in Ucraina. La polizia specifica che sta lavorando al massimo delle sue capacità nei cinque valichi di frontiera e che nessun rifugiato è stato respinto.Ma il pensiero va anche ai più piccoli e fragili. "Migliaia di bambini e bambine sono in fuga terrorizzati, scioccati e preoccupati a causa della violenza delle operazioni militari”, ricorda l’Unicef. “A questi - suggerisce Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia - dobbiamo aggiungere quelli nascosti nei rifugi, sotto le metro o ancora in edifici di fortuna”. Negli istituti per minori in tutto il Paese ci sono 91mila bambini, molti dei quali con disabilità. E per essi al momento non ci sono piani di evacuazione.

Mentre scriviamo (a Kiev è mezzogiorno) sono riprese a suonare le sirene dei raid aerei. L’onda d’urto delle esplosioni fa tremare palazzi e persone. E anche le carriere dei generali di Mosca che hanno assecondato i piani di zar Vladimir. Forse vincerà la sua personale guerra contro l’Ucraina di Zelensky, ma ha già perso quella che avrebbe dovuto consolidarlo come il leader che sulla scacchiere internazionale vince in poche abili e rapidi mosse.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: