lunedì 2 settembre 2013
Assad sfida Usa e Francia: non sono capaci di mostrare le prove. Ma il governo francese accusa: «Attacco massiccio e coordinato, ci sono anche le foto satellitari. E' il terzo da aprile». Intanto spunta uno scatto che ritrae Kerry a cena con il presidente siriano.
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"Abbiamo sfidato gli Stati Uniti e la Francia a portare una sola prova. Obama e Hollande ne sono stati incapaci, anche davanti ai loro popoli": lo ha detto il presidente siriano, parlando in esclusiva con Le Figaro, sulle accuse di attacco chimico nei confronti del suo regime. Poi minaccia: "Il Medio Oriente è una polveriera", e se ci dovessero essere bombardamenti contro la Siria "esiste il rischio di una guerra regionale". Ma Parigi gli risponde subito. Oggi il governo francese ha presentato ai responsabili del parlamento "le prove" in suo possesso di un "attacco chimico massiccio e coordinato" in Siria, che - stando ai rapporti dell'intelligence di Parigi - l'opposizione "non sarebbe stata in grado" di compiere. Secondo un rapporto dell'intelligence francese, pubblicato online sul sito del governo, immagini satellitari dell'attacco con gas tossico del 21 agosto sulla periferia di Damasco provano che i colpi provenivano da postazioni dell'esercito fedele al regime di Bashar el-Assad. Non solo, da aprile gli attacchi chimici sarebbero stati almeno tre.Intanto è riemerso dagli archivi della Agence France Presse uno scatto che riprende l'attuale segretario di Stato John Kerry e la moglie Teresa a cena in un ristorante di Damasco con il presidente siriano Bashar al Assad e consorte nel 2009. Kerry all'epoca era presidente della commissione esteri e si era recato in Siria per discutere di pace nella regione mediorientale: Assad era considerato un interlocutore affidabile, poi le cose sono cambiate.

Kerry: Assad come HitlerKerry domenica ha detto che Assad "si è unito ad Adolf Hitler e Saddam Hussein" nella galleria degli orrori della storia. E per rafforzare gli argomenti dell'amministrazione, anche davanti all'opinione pubblica, ha calato pubblicamente una nuova carta dal dossier messo insieme dagli 007 americani: nell'attacco del 21 agosto contro i ribelli, che ha causato oltre 1.400 morti, le forze di Bashar al Assad hanno usato gas sarin, gli Usa ne hanno le prove. Campioni di sangue e capelli risultati positivi alla sostanza sono arrivati nelle ultime 24 ore in possesso degli Stati Uniti.Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha definito "molto strane" le dichiarazioni del segretario di Stato americano. "È molto strano sentire dal mio caro amico, il segretario Kerry, che la parte americana ha fornito alla Russia dati inconfutabili sul fatto che il regime siriano ha usato armi chimiche, ma che i russi hanno deliberatamente rifiutato di riconoscere questo fatto", ha osservato Lavrov parlando davanti agli studenti dell'Università 'Mgimo' di Mosca: "Ci hanno mostrato alcuni materiali che non contengono nulla di specifico, e che non ci convincono", ha ribadito Lavrov parlando davanti agli studenti dell'Università moscovita 'Mgimo'. Il capo della diplomazia del Cremlino ha poi ricordato come la Russia, su richiesta di Damasco, abbia condotto una sua indagine circa il presunto ricorso ad armi chimiche in marzo a Khan al-Assal, presso Aleppo, e abbia quindi fornito una relazione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. "Su questo documento, ha denunciato il ministro, "non abbiamo ricevuto risposte né dagli Stati Uniti né dai britannici, né dai francesi nè da chiunque altro".    L'approvazione da parte di Senato e Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, che molti definiscono "una scommessa", è al momento tutt'altro che certa. Peter King, deputato repubblicano di lungo corso, ha affermato in un'intervista tv che se la richiesta di Obama fosse posta al voto oggi, con ogni probabilità verrebbe respinta, a causa "dell'ala isolazionista".    Il dibattito a Capitol Hill non comincerà però prima del 9 settembre, e il tempo potrebbe giocare a favore del presidente.  Anche perchè nei prossimi giorni ci sarà il vertice del G20 a San Pietroburgo, dove l'argomento Siria sarà di certo affrontato tra i primi punti in agenda, e gli Stati Uniti potrebbero ottenere un più ampio sostegno internazionale, quantomeno diplomatico. In un paio di settimane potrebbe anche arrivare il rapporto degli ispettori delle Nazioni Unite, a cui il segretario generale Ban Ki-moon ha messo fretta affermando di volerlo sul tavolo "il più presto possibile".Non è detto che a dare una mano a Obama non sia paradossalmente proprio il regime siriano, che domenica ha prontamente alzato il tono della retorica e degli sberleffi, parlando di "ritirata storica" e sostenendo che gli Stati Uniti sono stati "ridicolizzati" davanti alla determinazione siriana. Sberleffi a cui non ha risposto, mentre ha invece lanciato un monito: Assad "non sia così sciocco" da provare a sfruttare il ritardo per il voto al Congresso e riprovare a usare armi chimiche. "Il presidente Barack Obama sa che ha il potere di attaccare e io credo che si muoverebbe molto, molto rapidamente".

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