lunedì 4 marzo 2013
Prosegue lo spoglio dei voti dopo la tornata elettorale di domenica. Il presidente uscente, Raila Odinga, sarebbe fermo al 41% delle preferenze mentre lo sfidante avrebbe ottenuto il 54% dei voti. La Comissione elettorale annuncia che il conteggio si completerà non prima di domani.
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Uhuru Kenyatta (figlio dell'ex presidente Jomo Kenyatta) è in testa nella corsa alla presidenza in Kenya mentre prosegue lo spoglio dei voti. In una tornata elettorale che ha portato milioni di persone alle urne, malgrado alcuni episodi di violenza che hanno ucciso almeno 15 persone. Kenyatta, vice primo ministro 51enne, accusato di crimini contro l'umanità legati agli scontri nelle precedenti elezioni, è in vantaggio sul premier Raila Odinga, 68 anni.Kenyatta, il quale ha finora ottenuto il 54% delle preferenze, su un terzo dei voti scrutinati, contro il premier uscente Raila Odinga, fermo al 41%. Nessuno degli altri cinque candidati ha ottenuto più dell'1% delle preferenze, mentre la Commissione elettorale keniota ha fatto sapere che l'affluenza alle urne è stata del 70%.Anche se il responso potrebbe ancora cambiare, il testa a testa fra il primo ministro Raila Odinga e il suo vice Uhuru Kenyatta era stato ampiamente previsto dagli analisti. I due candidati alla Presidenza si sono pubblicamente impegnati a non ripetere lo spargimento di sangue avvenuto nel 2007, quando il paese africano è precipitato in una spirale di violenza che causò la morte di oltre 1.100 persone. Il comitato elettorale ha detto che il conteggio potrebbe completarsi non prima di domani, rinviando dunque qualsiasi annuncio ufficiale.Voto insanguinatoLunghe file ai seggi di domenica sono state però bagnate dal sangue di almeno 17 persone uccise in diverse zone del Paese ancor prima che lunedì mattina si aprissero le urne. Un segnale che pone in secondo piano il pur delicatissimo significato politico dell'appuntamento e che alimenta le apprensioni sulle prospettive di stabilità di uno dei più dinamici Paesi del continente africano.La notte scorsa a Mombasa una pattuglia di agenti era caduta in un'imboscata tesa loro da oltre 200 giovani armati di pistole, fucili, machete e archi e frecce: sei le persone uccise sui due fronti contrapposti. Si sospetta che gli assalitori appartengano all'Mrc, il Consiglio Repubblicano di Mombasa, movimento separatista radicale che si batte per la secessione della seconda città del Paese e della fascia costiera.In precedenza cinque persone erano state massacrate a colpi di machete a Kilifi, città costiera una cinquantina di chilometri più a nord, dove i miliziani hanno attaccato un seggio: uccisi due agenti, due civili e una guardia forestale.All'estremità nord-orientale del Paese una bomba è stata fatta detonare a distanza a Mandera, situata a ridosso della frontiera con la Somalia: in questo caso nessuno ha peraltro subito danni fisici, e le operazioni di voto sono proseguite senza particolari intoppi, dopo essere iniziate con mezz'ora di ritardo un pò ovunque per un improvviso blackout.
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