lunedì 10 ottobre 2016
Il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, devolve gli 800mila euro, per chi ha sofferto a causa della guerra civilie con le Farc (Lucia Capuzzi) Colombia, un Nobel alla speranza | COMMENTO Il senso di un Premio Nobel di Fabio Carminati
Alle vittime della guerra il denaro del Nobel
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Quando, il 7 ottobre, il Comitato di Oslo gli ha attribuito il Premio Nobel, Juan Manuel Santos lo ha accettato a nome delle vittime di oltre mezzo secolo di guerra. “Colombiani che avete tanto sofferto, questo premio è vostro”, ha detto. Tre giorni dopo, il presidente della Colombia ha dato seguito a quelle prime parole, pronunciate sull’onda dell’emozione. Dal Bajayá, dove si è recato per ricordare i 119 uccisi in un attentato delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (Farc), il leader ha annunciato la devoluzione degli oltre 800mila euro del Nobel per la Pace a coloro ai quali il conflitto ha strappato parenti, terre, dignità. Circa otto milioni di persone, tra cui 260mila morti, 45mila desaparecidos e oltre sette milioni di sfollati interni. I fondi verranno assegnati a enti e fondazioni che si incarichino degli interventi nel lungo dopo-guerra. La sfida più urgente, ora, però, è far ripartire il processo di pace, incagliato dopo il referendum che, il 26 settembre, ha bocciato l’accordo tra governo e guerriglia. I giurati norvegesi hanno detto auspicato che il riconoscimento – attribuito al principale artefice del negoziato – faccia superare l’empasse. Le parti hanno già accettato di “ritoccare” l’intesa in modo da renderla accettabile alle forze politiche che hanno guidato la campagna del no. Solo un accordo con queste ultime – e un voto ampio in Congresso – può consentire a Bogotà di “bypassere” i risultati della consultazione popolare. Santos punta a chiudere il patto prima del 10 dicembre, quando a Oslo ritirerà il Nobel. In modo che questo non sia solo un premio alla “pace possibile” bensì alla “pace in costruzione”.
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