martedì 20 marzo 2012
Scade domani sera il nuovo ultimatum fissato dai guerriglieri maoisti che hanno rapito Paolo Bosusco e Claudio Colangelo. La polizia ha chiesto la mediazione della Chiesa, dato che molti tribali sono cristiani. L'inviato del vescovo: "La situazione è difficile, vogliono la liberazione di prigionieri".
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​Stanno bene e ricevono regolarmente il cibo i due italiani sequestrati mercoledì in India dalla guerriglia maoista nello stato dell'Orissa. Lo hanno fatto sapere gli stessi sequestratori nel messaggio in cui annunciano un cessate il fuoco unilaterale e la nomina di tre mediatori che possono dialogare a loro nome col governo locale. Ieri i guerriglieri avevano anche inviato un documento con 13 richieste per il rilascio dei due ostaggi. Rinviata a domani sera la scadenza di un nuovo ultimatum al governo per la loro liberazione. I ribelli hanno suggerito i nomi di altri due mediatori: B.D Sharma e Prafulla Samantray. L'accettazione da parte dei maoisti di rinviare l'ultimatum, sia pure per un solo giorno, indica che i contatti con il governo stanno avanzando. Per quanto riguarda la designazione di altri due mediatori, i guerriglieri hanno in questo modo mostrato di aver accettato le argomentazioni avanzate dalle autorità sull'impossibilità di assegnare questo ruolo a Narayan Sanyal, leader maoista in carcere nello Stato di Jharkhand. Inoltre un secondo mediatore proposto dai maoisti, l'attivista per i diritti umani e avvocato Biswa Priya Kanungo, ha respinto l'indicazione venuta dalla guerriglia. Il console italiano a Calcutta, Joel Melchiori, è a colloquio con il ministro dell'Interno dello stato indiano dell'Orissa per discutere della vicenda del rapimento di Paolo Bosusco e Claudio Colangelo. Le autorità italiane, ha ribadito la Farnesina, ritengono "assolutamente prioritario l'obiettivo della sicurezza e dell'incolumità dei nostri connazionali"."Il negoziato non è ancora iniziato. I ribelli maoisti vogliono che il governo dell'Orissa prima soddisfi le loro 13 condizioni. Non chiedono denaro, ma innanzitutto la liberazione di alcuni prigionieri", dice all'agenzia Fides padre Santosh Digal, sacerdote dell'arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneshwar, nello stato di Orissa, e  responsabile dell'Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali. Il sacerdote si trova attualmente nel distretto di Kandhamal, dove è avvenuto il rapimento, ed è stato inviato dal vescovo per esplorare le possibilità di mediazione, per una soluzione.Dato che molti tribali del distretto sono cristiani, la polizia ha chiesto aiuto alle Chiese e alle Ong della società civile, per attivare tutti i canali possibili che siano utili al rilascio. Monsignor John Barwa, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, ha lanciato un nuovo appello per la loro liberazione, affermando che "tutti i fedeli stanno pregando per salvare la vita di due innocenti".Nel distretto di Kandhamal - noto per i massacri anticristiani del 2008 - fra i tribali che i ribelli maoisti difendono vi sono numerose comunità cristiane. I ribelli (detti anche "naxaliti") lottano soprattutto contro fenomeni come l'accaparramento delle terre da parte di compagnie straniere, stigmatizzando i progetti di estrazione mineraria che sconvolgono la vita delle comunità tribali.L'inviato del vescovo ha detto: "La situazione è difficile. Le Chiese si sono attivate per cercare di convincere i rapitori che il sequestro di due innocenti non è un buon mezzo per raggiungere i loro scopi".

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