martedì 28 giugno 2016
Compromesso a New York dopo 5 voti non risolutivi: nel biennio 2017/2018 i due Paesi si alterneranno al Consiglio di sicurezza. Dal primo gennaio toccherà a Roma.
Italia-Olanda, un seggio (all'Onu) per due
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Dopo un lungo braccio di ferro all' Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l'Italia e Olandaraggiungono un compromesso: i due Paesi propongono di dividersi un anno per uno il seggio come membro non permanente in Consiglio di Sicurezza Onu per il biennio 2017-2018.Mentre la Svezia è passata al primo turno per l'altro seggio assegnato quest'anno all'Europa Occidentale, l'accordo politico tra i due Paesi è stato raggiunto dopo cinque fumate nere, e ad annunciarlo sono stati i ministri degli esteri olandese e italiano Bert Koenders e Paolo Gentiloni.I due si sono riuniti con le rispettive delegazioni nell'ufficio del presidente dell'Assemblea Generale, Mogens Lykketoft, e hanno messo a punto la proposta: l'Italia siederà per prima nell'organo Onu, a partire dal prossimo primo gennaio e collaborerà con l'Olanda l'anno successivo."Con questa proposta vogliamo inviare un messaggio di unità di due Nazioni europee, e abbiamo preso spunto da questa parità perfetta, 95 a 95, nell'ultimo voto", ha detto il titolare della Farnesina. "Ognuno aveva aspettative diverse, ma alla fine è una buona conclusione", ha precisato."L'Assemblea Generale ha inviato un chiaro segnale, ossia che approva allo stesso modo Italia e Olanda", ha affermato da parte sua il ministro degli esteri olandese Koenders.Una nuova riunione dell'Assemblea generale è in programma per mercoledì alle 10 locali (le 16 a Roma) per formalizzare la proposta di Italia e Olanda. Il seggio in Consiglio di Sicurezza diviso tra due paesi è un evento rarissimo, ed è successo la prima volta nel 1955 con Yugoslavia e Filippine e pochissime altre volte.Il risultato per Roma è comunque al di sotto delle aspettative della vigilia. Da più parti l'Italia era data infatti come favorita, soprattutto in ragione della sua posizione geografica nel cuore del Mediterraneo, e dunque per il suo ruolo soprattutto nella crisi dei migranti e nella crisi libica.Gli altri membri eletti per il biennio 2017-2018 sono la Bolivia, passata con 183 voti per l'America Latina e Caraibi, l'Etiopia con 185 per l'Africa, e il Kazakistan, eletto con 138 voti per l'area Asia-Pacifico.
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