sabato 11 novembre 2017
Il piccolo, 8 mesi, è ricoverato al King's Cross, lo stesso ospedale di Charlie Gard. Secondo i medici non ci sono più speranze, ma i genitori vorrebbero un'altra opinione.
foto archivio Ansa

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Si complica la vicenda del piccolo Isaiah Hasstrup, il bambino cerebroleso di otto mesi al centro di una battaglia legale tra medici e genitori, dopo che al padre è stato vietato l’ingresso nell’ospedale del King’s College di Londra dove il piccolo è in cura. “Non sono un violento – ha detto il padre Lanre, un avvocato del sud di Londra – ma non sono neanche un santo”. L'uomo secondo la direzione sanitaria avrebbe tenuto comportamenti aggressivi nei confronti del personale. Secondo i medici per il piccolo, il cui cervello è stato danneggiato irrimediabilmente durante la nascita a causa di un ritardo dei medici nella somministrazione di ossigeno, non ci sarebbe ormai più speranza.

Ma i genitori vorrebbero coinvolgere un team specialistico indipendente per ottenere una seconda opinione sul caso perché sono convinti che il piccolo abbia possibilità di sopravvivenza. Il giudice dell’Alta Corte a cui è stato affidato il caso, Alistair McDonald, ha innanzitutto imposto ai media di non fare i nomi dei medici coinvolti nel caso e venerdì scorso, durante un’udienza privata con i rappresentanti dei medici e dei genitori, ha rimandato il caso al 15 gennaio. Nel frattempo, ha sottolineato, il trattamento al piccolo Isaiah dovrà continuare. E non ha negato che da qui a gennaio spera che le due parti riescano a trovare una mediazione.

Il caso ha fatto eco a quello del piccolo Charlie Gard, il bambino affetto da una rara malattia genetica al quale, dopo una lunga battaglia legale e il verdetto finale del giudice, i medici staccarono la spina lo scorso luglio poco prima che compisse un anno.

Ma se Charlie sembrava avere qualche possibilità di sopravvivenza almeno nei primi mesi di vita la situazione di Isaiah, cerebroleso dalla nascita, scriveva il Guardian, è molto diversa.

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