sabato 19 maggio 2018
Ora il leader anti-Usa diventerà però l'ago della bilancia per la nuova maggioranza, Sconfitto pesantemente il premier uscente, Haider al-Abadi, sostenuto dalla comunità internazionale
L'esultanza a Baghdad dei sostenitori di Moqtada al-Sadr (Ansa)

L'esultanza a Baghdad dei sostenitori di Moqtada al-Sadr (Ansa)

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I risultati definitivi delle legislative in Iraq hanno confermato che l'alleanza guidata da Moqtada al-Sadr è in testa, anche se non ha i numeri per governare da solo. A farne le spese è il premier uscente, Haider al-Abadi, sostenuto dalla comunità internazionale. A correre alle elezioni erano tre grandi forze politiche, nessuna delle quali però ha ottenuto più di 55 dei 329 seggi parlamentari. L'affluenza è stata molto bassa, con una partecipazione al voto del 44,52%.


Al-Sadr, celebre dopo l'invasione americana dell'Iraq del 2003 per la sua opposizione alla Autorità provvisoria sostenuta da Washington, ha escluso di voler diventare primo ministro al posto di al-Abadi. Ma, grazie ai 54 seggi ottenuti dalla sua formazione, In Marcia verso la Riforma, questo carismatico predicatore religioso (che negli ultimi anni era finito ai margini della scena politica) vuole essere il “king-maker” del prossimo governo di Baghdad.

La coalizione di Al-Sadr, che include anche i comunisti iracheni, si piazza in prima posizione, seguita dall'Alleanza per la Conquista (Fatah) che ha ottenuto 47 seggi. La formazione del premier uscente al-Abadi, chiamata Alleanza della Vittoria, è finita terza con 42 parlamentari.



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