lunedì 16 marzo 2015
La chiesa è ancora in piedi, devastata la facciata i cui mattoni disegnavano la croce. Lo confermano fonti irachene a Fides.
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I jihadisti dello Stato Islamico (Is) che dallo scorso giugno hanno in mano Mosul si sono accaniti contro la chiesa e l'antico monastero di San Giorgio appartenente all'Ordine antoniano di sant'Ormista dei caldei. Ma la chiesa - riferiscono fonti irachene all'agenzia Fides - al momento risulta essere ancora in piedi, contrariamente alle voci circolate sui media che parlavano di una sua totale demolizione tramite esplosivo. Questa sequenza di immagini pubblicate sul sito www.dawaalhaq.com testimonia la devastazione. Campane tirate giù, icone sfregiate. E la croce divelta per sostituirla con la bandiera nera del Califfato.

Quattro giorni fa una foto pubblicata sul sito ankawa.com mostrava l'imponente facciata sventrata. La violenza dei jihadisti si è concentrata sulla facciata per la sua particolare configurazione architettonica, con i mattoni e le aperture disposti a disegnare una grande croce.

Le croci che spiccavano sulla cupola e sul tetto del monastero erano state divelte dai jihadisti già a dicembre, analogamente a quanto è accaduto alle altre chiese sparse nei territori controllati dallo Stato islamico. Le fonti locali e la foto pubblicata dal sito iracheno confermano che a subire devastazione è stato soprattutto il cimitero adiacente alla chiesa, dove riposavano anche i corpi di molti soldati iracheni cristiani caduti durante il conflitto Iraq-Iran. In tempi recenti, secondo notizie confermate da più fonti, il monastero di San Giorgio era stato usato dai jihadisti anche come luogo di detenzione. A dicembre vi erano stati trasferiti almeno 150 prigionieri bendati e ammanettati, compresi alcuni capi tribù sunniti oppositori dello Stato Islamico ed ex membri degli apparati di sicurezza, detenuti in precedenza presso la prigione di Badush (evacuata nella previsione di un possibile attacco da parte della coalizione anti-Califfato).In precedenza, fonti locali avevano riferito a Fides che presso il medesimo monastero erano stati portati gruppi di donne. "Siamo addolorati per quello che succede al monastero - dice suor Luigina, superiora delle suore caldee a Roma, nata e cresciuta a Mosul - ma confidiamo che alla fine ci penserà san Giorgio, che è molto potente, come sanno bene gli abitanti di Mosul, cristiani e musulmani, che gli sono tutti molto devoti".
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