martedì 1 marzo 2011
Le forze di sicurezza hanno fatto uso di gas lacrimogeni nel centro di Teheran per disperdere i manifestanti dell'opposizione. Una gran massa di manifestanti starebbero marciando sul Viale Enghelab, che taglia in due la città sull'asse est-ovest. Intanto il governo fa sapere che la sorte dei leader dell'opposizione Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi (nella foto), che sarebbero stati arrestati, «è un affare interno» e «nessun Paese ha il diritto di interferire».
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Le forze di sicurezza hanno fatto uso di gas lacrimogeni nel centro di Teheran per disperdere i manifestanti dell'opposizione, secondo quanto riferisce il sito dell'opposizione Kaleme. Nel centro della capitale è segnalato un grande ingorgo di automobili, mentre manifestanti starebbero marciando sul Viale Enghelab, che taglia in due la città sull'asse est-ovest.Oltre ai siti dell'opposizione, anche testimoni segnalano un grande schieramento di forze di sicurezza nel centro di Teheran, dopo che su Internet erano circolati negli ultimi giorni diversi appelli del fronte anti-governativo a tornare a manifestare per chiedere la liberazione di Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi. Reparti anti-sommossa e miliziani islamici Basiji controllano le principali piazze e incroci della capitale, come avvenuto in occasione dei raduni del 14 e del 20 febbraio, dispersi con scontri che sono costati almeno due morti.Negli ultimi giorni, tra l'altro, la polizia è tornata a sequestrare in alcuni quartieri della città le antenne paraboliche per la ricezione dei canali satellitari dall'estero, che trasmettono anche notizie sull'attività dell'opposizione e sulle manifestazioni previste. I LEADER DELL'OPPOSIZIONE ARRESTATI: "AFFARI INTERNI"La sorte dei leader dell'opposizione iraniana Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi, che secondo i loro siti sarebbero stati arrestati, "è un affare interno" e "nessun Paese ha il diritto di interferire". Lo ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Ramin Mehman-Parast, senza confermare la notizia. Ieri sera gli Usa hanno definito "inaccettabili" gli arresti di Mussavi e Karrubi, mentre la Germania e la Gran Bretagna hanno espresso preoccupazione per la loro sorte."Le autorità giudiziarie esamineranno il caso, ma questa non può essere una scusa per gli Stati Uniti o altri Paesi occidentali per interferire", ha detto Mehman-Parast. Comunque, ha aggiunto il portavoce iraniano, chiedendo che venga rispettato il diritto dell'opposizione a manifestare Washington si preoccupa solo "di poca gente nelle strade", mentre "dovrebbe ascoltare la maggioranza del popolo", che sostiene il sistema al potere. Intanto i figli di Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi si sono rivolti con una lettera ai "leader religiosi" del Paese per chiedere loro di intervenire presso le autorità al fine di "prevenire atti illegali commessi nel nome dell'Islam". Lo riferisce oggi il sito Kaleme di Mussavi. Nella lettera i figli dei due capi dell'opposizione parlano di "incarcerazione" non solo dei rispettivi padri ma anche delle madri, che sarebbero state portate via con loro dalle loro abitazioni. "I nostri genitori non hanno commesso alcun reato ma hanno solo parlato di diritti e la loro carcerazione è la migliore dimostrazione che sono nel giusto", si legge ancora nella lettera.Javid Houtan Kian, l'avvocato dell'iraniana Sakineh Mohammadi Ashtiani, è stato condannato a morte e rischia l'impiccagione immediata. È l'allarme che lancia il Comitato internazionale contro la lapidazione, secondo il quale l'uomo ha subito quattro condanne a morte, di cui tre revocate. La terza resta valida e potrebbe essere eseguita in tempi molto stretti. Una fonte del Comitato ha riferito che "ieri Houtan Kian ha avuto la possibilità di fare una telefonata dal carcere e ha contattato un conoscente a Tabriz, a cui ha chiesto di mobilitarsi e rivolgere un appello alla comunità internazionale per la sua salvezza". Houtan Kian è stato arrestato il 10 ottobre 2010 insieme a Sajjad Ghaderzadeh, figlio di Sakineh, e a due giornalisti tedeschi (questi ultimi liberati due settimane fa) che li intervistavano a Tabriz sul caso della donna condannata alla lapidazione per adulterio e complicità nell'omicidio del marito. Rinchiuso in un primo momento nel carcere della città, l'avvocato è stato poi trasferito nel famigerato carcere di Evin, a Teheran.
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