giovedì 24 ottobre 2019
Fino a luglio sono state 173 le persone finite davanti al boia, mentre nel 2018 ben sette minori detenuti sono stati uccisi. «Attualmente ci sono 90 “under 18” nel braccio della morte»
Il carcere di Evin, nel quartiere omonimo di Teheran: qui avviene il maggior numero di esecuzioni capitali (Wikipedia Commons Images))

Il carcere di Evin, nel quartiere omonimo di Teheran: qui avviene il maggior numero di esecuzioni capitali (Wikipedia Commons Images))

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Ci sono anche due diciassettenni tra le 173 persone impiccate dall'inizio dell'anno a luglio in Iran, mentre sono sette le condanne a morte di minorenni eseguite nel 2018. Lo denuncia Javaid Rehman, esperto dei diritti umani delle Nazioni Unite, che parla di due diciassettenni uccisi entro la metà di
luglio e "sette casi di esecuzioni di ragazzi imputati" lo scorso anno. In un rapporto presentato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Rehman avverte che "attualmente ci sono circa 90 persone nel braccio della morte che avevano meno di 18 anni quando hanno commesso i presunti reati".

Rehman si è quindi detto profondamente preoccupato per l'applicazione della pena di morte in Iran, affermando che il suo tasso di esecuzione "rimane uno dei più alti al mondo", anche se si è registrato un calo dalle 507 esecuzioni del 2017 alle 253 nel 2018. Finora nel 2019, ha affermato, "stime prudenti indicano che sono state eseguite almeno 173 condanne". L'esperto denuncia inoltre che un numero sproporzionato di detenuti politici nelle carceri iraniane hanno meno di 18 anni.

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