martedì 19 maggio 2015
​Intervista all'Alto rappresentante per la politica estera della Ue (testo completo su Avvenire in edicola mercoledì 20 maggio). E sul contrasto agli scafisti: si è dimostrato che l'Europa se vuole sa essere decisa. di Arturo Celletti
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«C’è una proposta concreta sulla condivisione della responsabilità: è un’assoluta novità, è un passaggio che non c’era mai stato. Ora dobbiamo lavorare sul testo. Siamo pronti a limarlo. A rivederlo. Anche a immaginare una certa flessibilità sui numeri. Ma l’obiettivo non può essere in discussione anche perché il via libera non ha bisogno dell’unanimità. E per andare avanti basterà la maggioranza dei 28». Federica Mogherini in un’intervista ad “Avvenire” in edicola mercoledì 20 maggio fa il punto sui risultati dell’ultimo Consiglio europeo e avverte: «C’è bisogno di costruire consenso politico su un tema delicatissimo per le dinamiche politiche interne: su accoglienza-immigrazione molti costruiscono la campagna elettorale. Ma l’Europa non nega la condivisione della responsabilità dell’accoglienza. Non mette in discussione il principio. Discute su come il principio dovrà tradursi in numeri».  L’Alto rappresentante per la politica estera della Ue si sofferma poi sul sì corale alla missione anti-scafisti e riflette sul cambio di passo della Ue: «Tutti si sono stupiti della rapidità con cui siamo riusciti a costruire il consenso e a prendere le decisioni a 28. Mi dicevano ci vorrà un anno, ci siamo riusciti in un mese: l’Europa, se vuole, sa essere veloce e sa essere unita». Mogherini entra anche nei dettagli: «È un’operazione contro i trafficanti di esseri umani da costruire e realizzare insieme alla Libia. Voglio che il concetto sia chiaro, anzi chiarissimo: vogliamo lavorare insieme alla Libia, non contro. Perché è interesse anche della Libia stroncare questo ignobile traffico. Ne vale la stabilità di un’area e di più Stati». Si è scritto che dal Consiglio Ue di lunedì sarebbe arrivato un via libera solo a una prima fase dell’operazione, ma Mogherini nega: «Sbagliato. È decisione presa all’unanimità su tutte le fasi dell’operazione. E non c’è bisogno di ulteriori passaggi in Consiglio se non per renderla operativa. Spero che il 22 di giugno, alla prossima riunione dei ministri degli Esteri europei, i dettagli pratici su cui già si sta lavorando possano essere chiari e, così, possa esserci il via libera per partire immediatamente. Ora il nodo è quanti uomini e quante navi si potranno mettere insieme entro giugno. C’è infatti bisogno di costruire concretamente l’operazione, di mettere insieme le forze. Insomma parte la pianificazione che definirà i dettagli operativi. C’è bisogno di mettere insieme mezzi e la parte economica va quantificata nel dettaglio. Ma l’operazione c’è». Fermare i barconi? «L’obiettivo è definito con assoluta chiarezza. Nel testo approvato lunedì è scritto così: disporre delle imbarcazioni e renderle inutilizzabili. Come verrà fatto è solo un dettaglio operativo».
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