mercoledì 31 agosto 2011
Domani tornerà operativa dopo oltre cinque mesi l'ambasciata italiana a Tripoli. Lunedì era stata riaperta quella francese. Continua la caccia a Gheddafi, che dovrebbe essere ancora nel Paese. Gli insorti hanno rivendicato il "dirito" a uccidere l'ex rais.  Intanto il figlio al-Saadi, secondo notizie non confermate, sarebbe disponibile a unirsi agli insorti.
- Mine, la maledizione libica di Ferdinando Camon

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Festa doppia in Libia per l'Eid al-Fitr, la fine del Ramadan che è coincisa con la caduta del regime di Muammar Gheddafi, ma nel frattempo il Colonnello continua a rimanere un fantasma. Si susseguono le indiscrezioni su dove potrebbe essersi nascosto e tuttavia l'ex leader libico appare introvabile. L'atmosfera di cambiamento in atto nel Paese nordafricano è confermata dall'annuncio che domanitornerà operativa dopo oltre cinque mesi l'ambasciata italiana a Tripoli. Lunedì era stata riaperta quella francese. I più sono convinti che Ghdedafi sia tuttora nel Paese, a cominciare dagli insorti del Consiglio Nazionale Transitorio, che si prepara a governare, e dal ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini. Mentre la caccia continua il ministro dell'Interno del Cnt, Ahmed Darrad, ha rivendicato il "diritto di uccidere" il Colonnello se non si consegnerà. "Lui ci uccide, è un criminale e un fuorilegge. In tutto il mondo, se un criminale non si arrende, chi fa rispettare la legge ha diritto di ucciderlo", ha sottolineato Darrad. Chi invece sembrerebbe disposto alla resa è il terzogenito del Colonnello, al-Saadi, noto in Italia per aver giocato brevemente e senza troppo successo nel campionato di calcio di serie A. Dato da più parti come latitante insieme al padre e al fratello Saif al-Islam, Saadi avrebbe comunicato ai ribelli di essere pronto non soltanto a consegnarsi, ma addirittura a unirsi a loro: lo ha riferito Abdelhakim Belhadj, capo del Consiglio Militare insurrezionale.La Nato ha comunque reso noto che i suoi bombardamenti aerei, tuttora in corso, sono in via d"intensificazione sull'area dove si pensa possa essere riparato Gheddafi: la costa centrale, tra la sua città natale di Sirte, Bani Walid, dove è già stata segnalata una sua ipotetica presenza, e Hun.Negli ambienti atlantici non si esclude inoltre di mantenere un ruolo in Libia anche dopo la fine della guerra: in linea di massima si dovrebbe trattare di un supporto logistico, per esempio attraverso ponti aerei o navali, ma è possibile che si decida di proseguire le operazioni di ricognizione aerea perimporre il rispetto della No fly-zone e garantire l'osservanza dell'embargo sulle armi. In ogni caso qualsiasi iniziativa sarà adottata solo su specifica richiesta del Palazzo di Vetro.Fervono frattanto i preparativi per la nuova riunione del Gruppo Internazionale di Contatto, ribattezzato ormai 'Amici della Libià, in programma domani a Parigi. Anche la Russia, dopo averne a lungo preso le distanze, ha deciso di mandare un suo rappresentante, e persino la Cina invierà un proprio 'osservatorè. L'Ue ha deciso di revocare le sanzioni a una trentina dei circa sessanta soggetti, pubblici o privati ma comunque facenti capo al regime di Gheddafi, cui erano state inflitte.
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