mercoledì 4 maggio 2016
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Ospedali, malati inermi e medici come bersagli nella più vile delle guerre civili. È la barbarie ad Aleppo, una linea del fronte che gli sforzi diplomatici di Washington, Mosca e del Palazzo di Vetro non riescono ancora a spegnere. La tregua, annunciata ancora una volta come imminente, invece di essere ristabilita affonda mentre la scontro fra forze del governo e milizie ribelli affonda in un nuovo crimine contro l’umanità. Un attacco contro l’ospedale al-Dbait, nel quartiere centrale di Mohafaza, in un settore controllato dal regime. Subito la tv di Stato ha parlato di «decine di morti», mentre secondo l’agenzia governativa Sana il bilancio del bombarda- mento sull’ospedale è di «14 morti e decine di feriti». Questo l’episodio più grave in una giornata di bombardamenti sui quartieri controllati dall’esercito: l’Osservatorio nazionale per i diritti umani ha denunciato 19 persone uccise e 80 ferite in raid da parte dei ribelli, ma senza precisare il numero delle vittime nell’ospedale. Una conferma degli attacchi è giunta pure dall’esercito siriano che ha accusato i gruppi di al-Nusra, Ahrar al-Sham e Jaish al-Islam di aver lanciato «un vasto attacco su più fronti ad Aleppo dopo gli intensi bombardamenti sui quartieri residenziali e su un ospedale», causando morti e feriti tra i civili. Un attacco che, nella sua tragicità, ha vanificato un’altra giornata di trattative. È necessario che la cessazione delle ostilità in Siria «torni ad essere rispettata in toto» e si deve fare tutto il possibile per «renderla più efficace», ha dichiarato l’inviato dell’Onu Staffan de Mistura incontrando a Mosca Serghei Lavrov. Il capo della diplomazia russa ha assicurato che Mosca e Washington stanno «concentrando gli sforzi» per rinforzare la tregua. Washington e Mosca stanno lavorando insieme per inserire Aleppo nel «regime del silenzio», un congelamento dei combattimenti per dare forza alla tregua mediata dalle potenze mondiali, anche se l’impressione è di una escalation che sta uscendo da ogni controllo. Uguali intenti, ma toni ben diversi da parte del segretario di Stato Usa. Kerry: «Non c’è giustificazione» nel colpire gli ospedali, ma «se Assad non accetta il piano del cessate il fuoco ci saranno delle ripercussioni ». Oggi a Berlino l’inviato Onu Staffan de Mistura si unirà ai ministri degli Esteri di Germania e Francia per colloqui con i principali leader dell’opposizione siriana. Le discussioni si concentreranno su come ridurre le violenze e migliorare la situazione umanitaria della Siria, in modo che i negoziati di pace possano riprendere. Un allarme contro gli attacchi ai bersagli civili di cui si è occupato pure il Consiglio di sicurezza: «Gli attacchi intenzionali agli ospedali sono un crimine di guerra», ha affermato il segretario generale dell’Onu, Ban Kimoon, dopo il voto in Consiglio di sicurezza, ricordando che oltre 730 membri del personale medico sono stati uccisi dall’inizio della guerra in Siria. »Questo Consiglio deve fare qualcosa in più che condannare questi attacchi deve usare la sua influenza per porvi fine» perché «anche le guerre hanno delle regole, è il momento di farle rispettare», ha aggiunto. Nella risoluzione adottata all’unanimità il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha ribadito che le unità medico-sanitarie devono essere rispettate e protette, così come il personale umanitario che svolge funzioni mediche, i mezzi di trasporto, le strutture, i feriti e i malati. La «giornata peggiore dall’inizio del conflitto », confermava ieri l’Unicef, con molti operatori sanitari bloccati negli uffici mentre 1,2 milioni di bambini nel governatorato di Aleppo necessita di assistenza umanitaria. © RIPRODUZIONE RISERVATA La zona attaccata in cui sorge anche l’ospedale: l’immagine è stata distribuita dal governo (Ansa/Sana)
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