venerdì 1 marzo 2013
La violenza ai danni della piccola, sette anni appena, si è consumata durante la ricreazione in una scuola municipale. Appena è circolata la notizia, la folla inferocita ha manifestato davanti al commissariato e all'ospedale dove era stata ricoverata la piccola. La polizia ha disperso la folla con manganelli e bastoni.
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​Un nuovo caso di violenza sessuale, questa volta su una scolara di sette anni, ha riacceso la protesta nelle strade di New Delhi, la “capitale degli stupri” in India, dove non si è ancora placata la rabbia per la morte di "Nirbhaya", la studentessa violentata su un autobus due mesi e mezzo fa. L'ennesimo episodio di violenza è avvenuto durante la ricreazione in una scuola municipale di Mangalpuri, nel nord-est della capitale. Appena è circolata la notizia, una folla inferocita ha manifestato prima davanti al commissariato e più tardi all'ospedale dove era stata ricoverata la bambina. È qui che si è scatenata la furia dei dimostranti che hanno preso a sassate autobus, macchine parcheggiate e anche i furgoni dei giornalisti. Dopo diverse ore e con l'aiuto di rinforzi, la polizia è riuscita a riportare la calma nell'area che è stata chiusa al traffico per timore di altri incidenti. L'abuso è avvenuto ieri pomeriggio, ma la piccola non ha detto nulla a casa e soltanto stamattina i genitori si sono accorti di quello che è successo. È stata la madre a notare delle macchie di sangue sugli indumenti intimi. Insospettita, l'ha accompagnata all'ospedale Sanjay Gandhi Memorial Hospital dove i medici hanno confermato la violenza sessuale. Sono scattate subito le indagini nella scuola ed è stato interrogato tutto il personale maschile. Gli investigatori hanno fermato due insegnanti e un bidello, ma si sospetta che lo stupratore sia un esterno. Appena è emersa la notizia, decine di residenti hanno organizzato un sit-in e bloccato le strade del quartiere. La dimostrazione è poi diventata violenta quando gli agenti hanno cominciato a disperdere la folla con manganelli e bastoni. Ma nel pomeriggio i disordini sono ripresi davanti al nosocomio dove sono giunti anche alcuni attivisti di ong locali. Circa 14 persone sono state arrestate per atti vandalici.  Nonostante il clamore suscitato dal brutale stupro mortale del 16 dicembre e l'indurimento delle pene per i reati sessuali, le donne continuano a essere facili prede in India dove esiste ancora una forte discriminazione tra i sessi. L'ultimo episodio risale a una decina di giorni fa quando tre sorelline di undici, nove e sei anni sono state trovate morte in fondo a un pozzo del Maharashtra, lo stato di Mumbai, con evidenti segni di violenza sessuale. Proprio oggi, il Parlamento ha discusso del crimine, finora rimasto impunito.Era stato lo stupro di Nirbhaya del 16 dicembre a risvegliare la coscienza femminista e a scatenare una vera e propria rivolta costringendo il governo a varare una serie di provvedimenti anti stupro, tra cui più personale femminile nei commissariati, telecamere alle fermate dei bus e tribunali dedicati a reati sessuali.  La ragazza, stuprata da sei balordi, tra cui un diciassettenne a bordo di un autobus nel sud di New Delhi, eramorta dopo nove giorni di agonia in un ospedale di Singapore dove era stata trasferita nel tentativo di salvarla. Il caso aveva commosso l'intera nazione e sollevato un'ondata di rabbia popolare con dimostrazioni e cortei di solidarietà.
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