martedì 3 agosto 2021
La denuncia dell’organizzazione “Animal Equality”: nelle zone della produzione del pesce i minori vengono usati ed «educati» alla crudeltà. «Abusi anche negli allevamenti di salmone in Scozia»
Condizioni igieniche terribili, bambini costretti per ore a lavorare per uccidere i pesci: sono gli allevamenti intensivi in India

Condizioni igieniche terribili, bambini costretti per ore a lavorare per uccidere i pesci: sono gli allevamenti intensivi in India - Animal Equality

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Bambini che strappano le branchie dei pesci, provocando agli animali molto dolore, oppure li colpiscono con una mazza sulla testa una volta che le branchie sono state rimosse. A volte i pesci vengono bastonati più volte o lasciati soffocare per terra. Di solito vengono uccisi a mano in modo molto cruento. I minorenni, nei mercati indiani del pesce nelle regioni del Bengala occidentale, Andhra Pradesh, Tamil Nadu e Telengana, zone delle coste orientali e meridionali dell’India, famose per la produzione massiva di pesce, imparano la crudeltà presto, al servizio di padroni che li sfruttano, violando la legislazione sul lavoro minorile. Particolarmente dolorosa, per i poveri animali, è la pratica della mungitura durante la quale le uova delle femmine vengono spremute a mano. I poveri animali patiscono dolori fortissimi mentre i bambini vengono «anestetizzati» nei confronti del loro dolore ad una giovane età.

Questi abusi così tremendi sul benessere degli animali avvengono anche nella civilissima Scozia che rifornisce i principali supermercati nazionali e internazionali. A documentare queste pratiche atroci e disumane è la charity «Animal Equality», un’organizzazione internazionale che conduce indagini sugli abusi subiti dagli animali in tutto il mondo e li rende pubblici con film e dossier. «L’India è il secondo produttore mondiale di pesce dopo la Cina e contribuisce, con il 6,3%, alla produzione ittica globale. Ha raggiunto questa capacità in brevissimo tempo grazie allo sfruttamento del lavoro, anche minorile, e del territorio – spiega Chiara Caprio, portavoce di “Animal Equality” –. Nei nostri filmati si vede come negli allevamenti, dove avviene la produzione intensiva di pesci, e nei mercati, dove esso viene venduto, non vengano osservate norme igienico sanitarie di base come l’uso di guanti e di scarpe adatte e questo coinvolge anche i minori». Sfruttamento del lavoro minorile e sfruttamento del territorio e delle risorse idriche. La responsabile comunicazione di “Animal Equality” racconta come, nelle regioni dove si pratica l’allevamento intensivo di pesce, questa è l’unica forma di reddito e, quindi, intere regioni vengono disboscate e il corso dei fiumi viene cambiato con conseguenze molto gravi per l’ambiente.

«Ogni singola vasca di pesci negli allevamenti richiede milioni di litri di acqua che vengono tolti ai cittadini – spiega ancora Chiara Caprio –. Abbiamo presentato le nostre inchieste al governo indiano che ne ha tenuto conto per preparare una nuova legislazione specifica. Anche nel Regno Unito, dove siamo stati i primi a denunciare gli abusi subiti dai salmoni, stiamo collaborando col governo per migliorare la situazione». In Scozia l’inchiesta di “Animal Equality” è stata condotta nella Scottish Salmon Company, ad Edimburgo, che rifornisce i principali supermercati britannici ed esporta in oltre venti Paesi nel mondo e pubblicata sul Times.

«Abbiamo documentato tutti i metodi crudeli con i quali venivano uccisi gli animali, sbattuti per terra, calpestati senza essere storditi prima – conclude Caprio –. Abbiamo poi inviato una lettera al governo britannico, firmata da più di settanta specialisti, e stiamo facendo azione di lobbying per denunciare l’impatto devastante sull’ambiente e sugli animali».

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