lunedì 18 marzo 2013
​La Corte Suprema di New Delhi ha prorogato fino al 2 aprile, data nella quale è stata fissata la successiva udienza sul caso dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, il divieto di lasciare l'India nei confronti dell'ambasciatore Mancini, cui non ha riconosciuto alcuna immunità diplomatica.
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La Corte Suprema di New Delhi ha prorogato fino al 2 aprile, data nella quale è stata fissata la successiva udienza sul caso dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, il divieto di lasciare l'India imposto giovedì scorso nei confronti dell'ambasciatore d'Italia Daniele Mancini, cui non ha inoltre riconosciuto alcuna immunità diplomatica. A quanto si apprende, Mancini non era presente in aula: all'udienza hanno presenziato soltanto i suoi due avvocati indiani, uno dei quali ha ribattuto ricordando come il diritto internazionale riconosca l'immunità dalla giurisdizione ai rappresentanti ufficiali degli Stati stranieri, ai quali accorda altresì piena libertà di movimento.Secondo il presidente della massima istanza giudiziaria del Paese asiatico, Altamas Kabir, Mancini avrebbe rinunciato alle proprie prerogative assumendo l'impegno relativo al rientro entro il 22 marzo dei marò, accusati dell'omicidio di due pescatori e ai quali la seconda licenza dopo quella natalizia, della durata di un meseper tornare in patria e poter votare alle elezioni, era stata concessa dalla Corte medesima il 22 febbraio."Noi", ha puntualizzato ancora Kabir, "abbiamo perso ogni fiducia nell'ambasciatore". Anche il ministero degli Esteri indiano ha ipotizzato la possibile perdita dell'immunità a carico di Mancini in forza di una sua implicita rinuncia, insita nel fatto stesso di essersi sottoposto volontariamente alla giurisdizione della Corte Suprema attraverso la firma della dichiarazione giurata con cui garantiva il ritorno a tempo debito degli stessi Latorre e Girone.
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