lunedì 18 luglio 2016
Dal cellulare del tunisino emergono messaggi e immagini che fanno ipotizzare una rete jihadista. Ma il quadro non è ancora completo.
Nizza, Bouhlel non era solo. Sette fermati
COMMENTA E CONDIVIDI
"Manda più armi": a quattro giorni dal massacro del 14 luglio rivendicato dal Daesh, il telefono cellulare di Mohamed Lahouaiej Bouhlel - l'autista killer che con il suo camion da 19 tonnellate ha falciato a morte almeno 84 persone sul lungomare di Nizza - si rivela una fucina di informazioni per gli inquirenti della procura antiterrorismo.  Dagli sms inviati poco prima dell'eccidio sulla Promenade des Anglais emerge che il tunisino di 31 anni residente in Francia non stesse agendo da lupo solitario ma potesse invece disporre di una retrovia logistica se non di una vera e propria rete jihadista. Alcuni quotidiani inglesi, tra cui l'Independent, riferiscono di un tesoretto da 100mila euro da lui inviato ai familiari in Tunisia nei giorni prima della strage. Il 12 e 13 luglio, il mostro di Nizza ha inoltre effettuato i necessari sopralluoghi con il tir della morte sulla Promenade più famosa di Francia. Una notizia che ha trovato conferma grazie alle immagini della fitta rete di videosorveglianza presente in città. "Manda più armi, portane 5 a C.", ha scritto alle 22.27 del 14 luglio, diciotto minuti prima di passare all'azione, nell'sms inviato a uno dei sette sospetti fermati dalla polizia. Sabato erano stati interrogati l'ex moglie dell'attentatore (liberata, il suo avvocato, Jean-Yves Garino, parla di una donna "distrutta") e altre quattro persone vicine a lui mentre ieri è stata fermata una coppia di albanesi, un uomo e una donna, sospettati di aver fornito le armi a Bouhlel attraverso un intermediario arrestato anch'esso. Tra l'altro, sarebbe proprio quest'ultimo il destinatario del messaggino inviato dal terrorista. Fermato nel pomeriggio di domenica un altro individuo di 37 anni considerato vicino al killer. Nei giorni precedenti alla sua spedizione di morte l'uomo descritto come "megalomane", "violento", "narciso" e "seduttore" (tra le foto ritrovate sul suo cellulare ci sarebbero anche quelli di possibili conquiste femminili e maschili, dicono gli inquirenti) ha provveduto a scattarsi numerosi "selfie" a bordo del camion che aveva prenotato già il 4 luglio (poi ritirato l'11, una settimana dopo) presso l'agenzia "Via Location" di Saint-Laurent-du Var. Un dettaglio che rafforza ulteriormente la tesi di un attacco pianificato e premeditato. Nella Francia sotto choc, con 29 persone, tra cui un bambino, ancora in rianimazione, i familiari del killer parlano di un suo selfie in mezzo alla folla festosa poco prima del massacro. Da quell'ultima sua immagine ricevuta sullo smartphone sembrava "molto contento", ha spiegato il fratello Jabeur citato dalla tv M6, aggiungendo: "Ha detto che era a Nizza con i suoi amici europei per celebrare la festa nazionale". Sulla foto appare "molto felice, rideva". Dall'analisi delle connessioni web è inoltre emerso che il trentunenne tunisino radicalizzatosi "molto rapidamente" ha consultato numerosi video violenti con brutali esecuzioni. Secondo i verbali citati da radio RMC, uno dei tre agenti che giovedì hanno fermato la sua folle corsa racconta di "aver sparato fino a che non si muovesse più". I poliziotti hanno sparato 27 volte. Come già emerso Bouhlel è stato ritrovato morto nella cabina, dal lato del passeggero. Intanto, dai cinema della République è stato ritirato 'Bastille Day', un film uscito alla vigilia dei fatti di Nizza che racconta in modo quasi profetico la preparazione di un attentato nel giorno della Festa Nazionale, per "rispetto alle vittime".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: