venerdì 12 agosto 2022
Circa 6.800 ettari sono andanti in fumo nella prefettura della Gironda, la più colpita dai roghi. Macron: «Mobilitati 10mila uomini, sostegno anche dall’Europa». Si teme l’origine dolosa degli incendi
Vigili del fuoco francesi in azione contro le fiamme

Vigili del fuoco francesi in azione contro le fiamme - Ansa/Epa

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Un “muro” altissimo e rosseggiante di fuoco. La Francia brucia. Complice il caldo record e la mancanza di pioggia che hanno attanagliato il Paese, il fronte del fuoco non sta dando pace alla prefettura della Gironda, nel sudovest della Francia: quasi 6.800 ettari di foresta sono andati in fumo dopo che il vasto incendio di Landiras, comune ubicato a sud di Bordeaux, ha ripreso a bruciare martedì pomeriggio. Roghi sono scoppiati anche nei dipartimenti di Maine-et-Loire, Drome, il Giura e le Lande. «Quasi 1.100 vigili del fuoco sono impegnati», ha dichiarato la prefettura, aggiungendo che «ulteriori rinforzi» sono ancora attesi sul posto. Mercoledì sera, la situazione è peggiorata ancora e con le temperature roventi che «dovrebbero continuare fino a sabato e sono combinate con aria molto secca» creano un «rischio molto grave di scoppio di incendi».

«Le condizioni sono particolarmente difficili: la vegetazione e i terreni sono particolarmente secchi dopo più di un mese di pioggia», hanno spiegato le autorità locali.

La mobilitazione è massima. «Ovunque nel territorio più di 10mila pompieri e membri del personale della protezione civile sono mobilitati contro le fiamme. Reggono, con coraggio e determinazione», ha fatto sapere il presidente francese Emmanuel Macron, che ieri ha sentito anche il premier italiano Mario Drgahi per la messa a punto di aiuti dall’Italia: previsto l’apporto di «diversi Canadair».

Lo stesso Macron ha poi annunciato l’arrivo di aiuti da Germania, Grecia, Polonia, Romania e Austria, elogiando «la solidarietà europea». Per le persone evacuate dalle aree in fiamme è un momento di attesa e preoccupazione. Salvare tutte le vite, salvare tutto ciò che può essere salvato, poi ricostruire: nessuno sarà dimenticato», ha aggiunto Macron. Sono circa diecimila le persone costrette a lasciare le proprie abitazioni. Tra queste l’intera popolazione del paese di Moustey, in tutto quasi 700 persone. La portavoce della Commissione Ue, Miriam Garcia Ferrer ha fatto sapere che «l’Ue monitora attentamente la situazione» in Europa «ed è pronta a inviare aiuti». Su richiesta di Parigi, Bruxelles ha deciso di inviar quattro aerei della sua flotta antincendio posizionati in Grecia e Svezia.

Il primo ministro francese Elisabeth Borne e il ministro dell’Interno Gerald Darmanin hanno lasciato i rispettivi luoghi di vacanza per recarsi sul fronte del fuoco. «Sospettiamo un intervento di mano criminale», ha detto la premier Borne, citata da Le Figaro durante una visita al comune di Hostens, in Gironda. Anche il ministro dell’Interno ha parlato di una possibile origine dolosa degli incendi: «Abbiamo grandi sospetti che l’incendio che è ricominciato sia opera di piromani. Mercoledì ci sono stati otto incendi, tra le 8 e le 9, iniziati a poche centinaia di metri l’uno dall’altro, il che è abbastanza insolito». Il colossale rogo era considerato sotto controllo fino a martedì, quando le fiamme hanno ripreso vigore, forse a causa di un atto doloso, complici la siccità e le alte temperature. Nella sua prima ondata, iniziata un mese fa, erano già andati in fumo 14.000 ettari.

A causa dell’incendio, Parigi ha chiuso nuovamente ai camion il valico di frontiera di Biriatou. La chiusura ha provocato un notevole ingorgo, fino a cinque chilometri, nella città spagnola di Irún, nella provincia di Guipuzco, con i mezzi tutti fermi in fila. Il passaggio è aperto per gli altri veicoli ma le auto vengono dirottate sulla A-64 per aggirare circondare l’area degli incendi.

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