giovedì 21 luglio 2022
Ancora raid sulle cittàucraine. A Istanbul il segretario dell’Onu Guterres. Riaperte le forniture di gas attraverso il Nord Stream 1. L’Ungheria bussa a Mosca per l'energia
Una scuola distrutta dai bombardamenti russi a Kramatorsk

Una scuola distrutta dai bombardamenti russi a Kramatorsk - Ansa

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Da un lato i continui bombardamenti su Kharkiv, Mykolaiv e le località del Donbass. Dall’altro la duplice partita che si gioca su due campi delicati, come quello delle forniture di gas e dell’export del grano ucraino, decisivo per scongiurare una crisi alimentare globale e sul quale già oggi, secondo il presidente turco Erdogan, dovrebbe arrivare la firma di una intesa cruciale. Il tutto mentre Mosca intensifica le sue minacce contro Kiev, con il vicepresidente del Consiglio della sicurezza nazionale della Russia, Dmitri Medvedev, che avverte: «L’Ucraina potrebbe scomparire dalla mappa del mondo». Il martellamento sulle città ucraine non si ferma. Ieri mattina due persone sono morte e diciannove sono rimaste ferite in un bombardamento russo su Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina, un bombardamento avvenuto in un’area densamente popolata.

Continui raid, l’altra notte, anche su Mykolaiv, nel sud, dove il sindaco Oleksandr Sienkevyc ha parlato di potenti esplosioni. Il governatore regionale Vitaliy Kim ha sottolineato che «i villaggi situati sulla linea del fronte rimangono sotto costante bombardamento». Responsabili militari ucraini hanno inoltre riferito della distruzione di due scuole per mano russa a Kramatorsk e Kostiantynivka, nel Donetsk. L’ufficio del procuratore generale ucraino ha inoltre aggiornato il dato relativo alle vittime tra i bambini ucraini a partire dal 24 febbraio, data dell’invasione russa: il bilancio è di 358 bimbi uccisi, mentre altri 681 bambini hanno finora riportato «ferite di vari livelli di gravità». Nonostante le difficoltà sul terreno, il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha riaffermato ieri che la guerra con la Russia «può finire solo alle nostre condizioni, il che significa che gli invasori devono lasciare l’intero territorio del nostro Stato». «L’intero territorio dell’Ucraina deve essere ucraino e solo ucraino», ha avvertito Podolyak.

Sul versante del gas, le forniture di gas russo attraverso il Nord Stream 1, riaperto ieri mattina, sono arrivate al livello del 40 per cento, come prima che il gasdotto fosse chiuso per manutenzione, l’11 luglio scorso. A riferirlo è stata ieri la Tass citando il consorzio Nord Stream AG. Secondo l’operatore ucraino per il trasporto del gas Ogtsu, continuano anche le forniture della Gazprom attraverso l’Ucraina, che ieri erano previste in 42,4 milioni di metri cubi. Il Cremlino ha ribadito ieri che i problemi e le difficoltà che si sono registrati nella consegna del gas russo all’Europa sono stati causati dalle sanzioni imposte dalla Ue e dalle restrizioni occidentali, compresa la manutenzione delle turbine. Per Putin – che ieri ha avuto un colloquio telefonico con il principe saudita Mohammed bin Salman –, Gazprom ha adempiuto e adempirà ai suoi obblighi. La notizia di ieri, però, è l’incontro tra il ministro degli Esteri russo Sergeij Lavrov e il suo omologo ungherese Peter Szijjarto. La missione del ministro ungherese mira ad aumentare le forniture russe di gas a Budapest per garantire la sicurezza energetica dell’Ungheria nei prossimi mesi, una mossa che avvicina ulteriormente a Mosca l’Ungheria di Viktor Orbán, schierato contro le sanzioni Ue al gas russo. Lavrov ieri ha affermato che Russia e Ungheria intendono anzi sviluppare progetti congiunti nel campo energetico e dei trasporti. La Russia, insomma, non si lascia scappare l’occasione per scavare nel solco delle divisioni europee.

Sul fronte del grano, intanto, la svolta sembra cosa fatta. Ieri dapprima la Turchia si è detta «ottimista» su un accordo con Mosca sull’esportazione dei cereali dall’Ucraina. Poi il governo turco ha confermato che già oggi verrà firmata l’intesa: imminente, quindi, lo sblocco del grano. Mercoledì Putin si era detto disponibile a facilitare l’esportazione di grano ucraino, chiedendo che fossero revocate tutte le restrizioni sull’esportazione di quello russo. La scorsa settimana, in occasione di un primo vertice tra Russia, Ucraina, Turchia e Onu, era stata raggiunta un’intesa di principio ed era atteso un nuovo incontro tra le delegazioni per stilare un documento finale. Ieri sera era atteso a Istanbul il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che aveva detto di essere pronto a muoversi nell’imminenza della firma. Infine, l’annuncio del governo turco: l’intesa dovrebbe essere siglata oggi.
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