giovedì 27 agosto 2015
Gravi minacce alla moglie convertita; da cinque anni devono cambiare città continuamente.
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Una coppia che riassume in sé la difficoltà dell’essere cristiani in Pakistan, quella composta dal 33enne Khurram Naveed e dalla 25enne Sobia (ora Mariam, Maria) convertitasi dall’islam: due figlie, speranze, condivisione... Unita da cinque anni anche nella persecuzione. «Ovunque andiamo, dopo qualche mese, la gente ci fa domande sulla conversione della mia amata moglie. Talvolta gli imam vogliono costringerci a convertirci all’islam e ci minacciano con le più terribili conseguenze e siamo costretti a fuggire». Così Naveed ha riassunto all’agenzia AsiaNews una situazione di grave disagio e rischio che preclude anche alla famiglia adeguati mezzi per sopravvivere.  I due si erano conosciuti dopo che entrambi nel 2009 avevano iniziato il loro lavoro di insegnanti in una scuola cristiana di Faisalabad, nel Punjab. Dopo un periodo di interesse verso il cristianesimo, Sobia aveva sollecitato il collega ad aiutarla a discernere la sua vocazione cristiana e a maturare nella decisione di ricevere il battesimo nel gennaio 2010.  Nell’aprile successivo la coppia si era sposata con rito cristiano e il matrimonio era stato legalmente registrato. Ben presto, però, le pressioni dei familiari della donna e dei vicini per una conversione di entrambi all’islam si erano moltiplicate, costringendoli prima a trasferirsi in un quartiere periferico della stessa città e poi, nell’aprile di quest’anno, a sfuggire al rischio di una conversione forzata o di ritorsione trasferendosi più volte, fino alla località segreta in cui si trovano ora con le figlie Ramia di quattro anni e Eman di due.  A complicare la situazione, è l’impossibilità per Maria, finora, di ottenere un documento d’identità aggiornato con l’indicazione della nuova fede e altri certificati necessari anche per l’iscrizione delle figlie a scuola.  A completare un quadro desolante per la famigliola cristiana, il fatto che la persecuzione nei loro confronti si è estesa alla scuola dove si erano conosciuti. « Dopo la conversione di Sobia, non è stato possibile tenere aperta la scuola nella stessa città, sebbene funzionasse bene e fosse molto stimata – ha segnalato il pastore Mukhtar Fazal, ex proprietario dell’istituto The Light (La luce) –. Prego perché questa coppia cristiana abbia un futuro nella nostra società, ma l’unica possibilità che vedo per loro è trasferirsi in un’altra nazione».
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