sabato 30 giugno 2012
Hollande accelera lo «strappo». I cattolici: resistenza. Perplessità dell’Unione nazionale delle associazioni familiari per le conseguenze di queste politiche sui minori I vescovi francesi: «Siamo liberi di dire quello che rifiutiamo».
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​Prima della sconfitta alle urne, ha lasciato pesanti strascichi in Spagna; adesso l’ombra dello “zapaterismo” rispunta al di là dei Pirenei. In queste ore, in Francia, associazioni e cittadini non solo cattolici confessano i propri timori sulle questioni etico-sociali di fronte ai primi rutilanti proclami del nuovo governo socialista di Jean-Marc Ayrault. Ieri, Dominique Bertinotti, ministro della Famiglia, ha scelto un’intervista sul quotidiano Le Parisien per annunciare l’introduzione delle nozze gay «fra un anno». Si tratta dell’«impegno numero 31» del presidente François Hollande, ha ricordato madame Bertinotti. Ma i toni apodittici con cui il ministro ha affrontato questioni più che controverse, compreso il diritto all’adozione alle coppie omosessuali, hanno lasciato molti di stucco.In proposito, evocando sul settimanale <+corsivo>La Vie<+tondo> i rischi esistenti, il cardinale André Vingt-Trois, presidente della Conferenza dei vescovi francesi, nei giorni scorsi aveva esortato ad «essere vigilanti», ricordando come l’atteggiamento della società verso i bambini prenda oggi pieghe molto discutibili e condizionate da logiche di consumo.La settimana scorsa, di fronte all’Unione nazionale delle associazioni familiari (Unaf), federazione estremamente rappresentativa e molto preoccupata dell’«interesse dei bambini», la Bertinotti era stata ricoperta di fischi quando si era pronunciata per «l’uguaglianza fra tutte le famiglie». Ieri, è tornata alla carica con proclami simili parsi ben poco consoni al pluralismo presente nel Paese e in Parlamento: «In ogni caso, anche se ci vorrà del tempo, la legge è un nostro impegno e credo che sarà votata nel 2013». O ancora: «Fra un anno, le persone dello stesso sesso che lo desiderano potranno sposarsi e adottare assieme. Esse avranno gli stessi diritti e gli stessi doveri di qualsiasi coppia sposata». Un progetto di legge dovrebbe essere presentato idopo l’estate. Con i toni da militante di Stato che hanno ricordato l’era Mitterrand, la Bertinotti ha sostenuto: «È una visione generosa, che include e non esclude». Si tratta pure di un «onore per la sinistra». A un certo punto, in piena foga oratoria, il ministro si è avventurata pure nell’antropologia: «Non c’è più un modello, ma una pluralità di modelli familiari. Lo Stato non deve giudicarli, sono le famiglie che decidono, ma abbiamo il dovere di assicurare l’uguaglianza delle situazioni». La Bertinotti ha schivato solo la questione dell’eventuale diritto di accesso alla fecondazione assistita per le coppie gay.La disinvoltura del governo pare già direttamente proporzionale alla prudenza invocata da costituzionalisti ed altri esperti. Intanto, Christine Boutin, presidente del Partito democristiano, vuole «entrare in resistenza». La Conferenza dei vescovi francesi ha invece già chiarito che intende «conservare la libertà di dire ciò che rifiuta».
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