giovedì 19 dicembre 2019
Voto nella notte alla Camera per l'apertura in Senato del processo per abuso e ostruzione. Nancy Pelosi accusa: è una minaccia che va fermata
La speaker della Camera Nancy Pelosi

La speaker della Camera Nancy Pelosi - Ansa

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La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti si è pronunciata per l'impeachement del presidente Donald Trump per abuso di potere, con 230 voti a favore contro 197. I reati contestati, in relazione alla vicenda delle pressioni sull'Ucraina per indagare il suo rivale politico dem Joe Biden, sono abuso di potere e ostruzione al Congresso. Il voto della Camera apre la strada il mese prossimo a un processo che si terrà in Senato, controllato dai repubblicani.

Otto ore di dibattito non hanno portato a nessuna svolta: per tutta la giornata i deputati democratici e repubblicani hanno cercato di convincere i colleghi dall’altra parte dell’aula a mettere in stato d’accusa Donald Trump gli uni e a cancellare le incriminazioni gli altri. Ma gli schieramenti non sono cambiati. Nella tarda serata i numeri di partenza – 224 liberal su 233 per il sì, 176 conservatori su 197 per il no – si sono riflettessi nel voto (in piena notte italiana) che segna l’avvio del terzo processo d’impeachment della storia americana.

L'Ego

«È un dato di fatto che il presidente rappresenti una minaccia costante per la sicurezza del nostro Paese e per l’integrità delle nostre elezioni, la base della nostra democrazia – ha detto la speaker della Camera, Nancy Pelosi, aprendo il dibattito –. Trump non ha lasciato altra scelta ai parlamentari se non perseguire la sua rimozione dalla carica: ha violato la costituzione e ha abusato dei poteri del suo ufficio per ottenere un beneficio politico personale a spese della sicurezza nazionale». Pelosi, che è da settimane l’oggetto di attacchi personali da parte del capo della Casa Bianca che prendono di mira la sua moralità e il suo aspetto fisico, si è poi detta «triste» di dover chiamare la Camera ad esprimersi sui due capi d’imputazione attribuiti a Trump: abuso di potere ed ostruzione al Congresso.

«Che atroci bugie dalla sinistra radicale, dai democratici fannulloni. Questo è un assalto all’America e al partito repubblicano», ha risposto su Twitter in tempo reale il capo di Stato che, stando al suo staff, ha passato la giornata al lavoro senza seguire il dibattito in corso a Capitol Hill, sul quale è stato però informato dai suoi collaboratori.

I due articoli di impeachment sono il risultato di un’indagine avviata dai democratici e condotta dalla commissione Intelligence della Camera, che ha concluso che il presidente ha utilizzato il suo potere e manipolato la sua Amministrazione per fare pressioni sull’Ucraina affinché Kiev indagasse sull’ex vicepresidente Joseph Biden, suo rivale politico. Lo avrebbe fatto, secondo le accuse, usando come leva quasi 400 milioni di dollari in aiuti militari per la difesa dell’Ucraina e un ambìto incontro alla Casa Bianca per il suo presidente. Questi fatti, stando ai democratici, ammontano a un «alto crimine» che viola il giuramento di fedeltà alla nazione e alla costituzione americana prestato dal presidente al momento del suo insediamento e impone la sua rimozione dall’incarico.

Pur avendo poche speranze di convertire i membri del partito opposto, democratici e repubblicani hanno comunque presentato in modo accorato le loro ragioni. Cedric Richmond ha fatto appello alla reputazione dei colleghi repubblicani, sostenendo che Trump non era degno della loro lealtà e che li avrebbe sicuramente traditi, forse già «con il prossimo tweet o la prossima settimana».

Sul lato opposto, Chris Stewart, un ex critico di Trump divenuto uno dei difensori più accaniti del presidente a Capitol Hill, ha sostenuto invece che i democratici accusano Trump semplicemente perché lo «odiano». E Joseph Kennedy, erede della dinastia democratica del Massachusetts, ha presentato una lettera scritta ai figli: «Questo è il momento del quale leggerete sui libri di storia – ha letto –. Il presidente degli Stati Uniti ha infranto la legge, ha minacciato la nostra sicurezza, ha abusato del ruolo più sacro che c’è nel nostro Paese. Sappiate che noi abbiamo fatto il nostro lavoro, che non vi abbiamo deluso».

Ma non sono solo i deputati del Gran old party a essere rimasti fedeli a Trump. Il gradimento popolare per il presidente è infatti salito di sei punti percentuali nell’ultimo sondaggio Gallup, passando dal 39% di quando è iniziata l’indagine all’attuale 45%. I dati rivelano inoltre che il 51% degli intervistati è contro l’impeachment. Numeri dimostrati ieri anche dalla determinazione di migliaia di sostenitori di Trump che hanno atteso per ore in fila l’avvio di un suo comizio in Michigan, nonostante la temperatura di meno 4 gradi e un forte vento.

Come funziona l'impeachment

L’impeachment è la procedura prevista dalla Costituzione Usa per rimuovere un funzionario di governo civile colpevole di gravi reati. La messa in stato di accusa è compito della Camera (la procedura può essere avviata da un membro di propria iniziativa, o anche da non membri). Una Commissione della Camera, con voto a maggioranza, determinerà se esistano motivi di impeachment. Se sì, presenterà specifiche accuse e informerà il Senato della sua azione. Sarà il Senato ad avviare il processo. Ciascuna delle parti ha il diritto di chiamare testimoni ed eseguire interrogatori incrociati. Il Senato decide solitamente in privato. La Costituzione richiede una maggioranza di due terzi per condannare una persona incriminata.

Cosa succede ora

La procedura, che prevede il passaggio al Senato per il processo, potrebbe durare mesi. Ma c'è anche l'ipotesi che il Senato, a maggioranza repubblicana, assolva Trump senza esaminare le prove. Perché venisse condannato sarebbe necessario che almeno 20 senatori repubblicani votassero a favore dell'impeachment: un'ipotesi irrealistica.

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