sabato 26 novembre 2022
Il servizio sanitario britannico pagherà a 1.150 pazienti le bollette per tenere accesi i termosifoni
Se il medico prescrive il riscaldamento come medicinale

Imagoeconomica

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Si prescrive una casa calda e confortevole. Paga il sistema sanitario nazionale. No, non è humor inglese. Ma il senso di un’iniziativa lanciata nel Regno Unito per l’inverno ormai alle porte. L’idea è far pagare alla sanità pubblica le bollette del riscaldamento di chi ha gravi problemi respiratori ma che, con la crisi che morde e i costi del gas ancora in crescita, non può permettersi di tenere i termosifoni accesi. A prescrivere tepore come terapia, quasi si trattasse di un farmaco salvavita, sono i medici di base a cui è stato chiesto di intercettare tra i propri pazienti quelli, a basso reddito, più esposti al rischio di finire in ospedale per complicazioni legate al freddo perché affetti, per esempio, da enfisema, bronchite cronica o bronchiectasie.

Le persone di cui l’Nhs si sobbarcherà le spese saranno 1.150 entro la fine dell’anno. Non molte. Anzi, pochissime. Ma in fondo si tratta di un progetto-pilota. A idearlo non è stato il Ministero della Salute ma un’azienda non profit di Birmingham, Catapult, che promette di rivoluzionare l’erogazione dei servizi energetici per renderli, semplicemente, più efficienti. Lo scopo dell’iniziativa, già testata l’anno scorso nel Gloucestershire, non è propriamente caritatevole ma, come il buon pragmatismo all’inglese comanda, pratico. Stuart Brennan, responsabile marketing della società, lo sintetizza così: «Se le persone rimangono al caldo a casa non muoiono in ospedale e questo costa meno ai contribuenti».

Gli esperti hanno stimato che, ogni inverno, negli ospedali britannici muoiono almeno 10mila persone per complicazioni legate al gelo. Decessi che al sistema sanitario costano, solo in Inghilterra, circa 860 milioni di sterline all’anno. Il problema è stato segnalato anche dalla British Medical Association secondo cui, in generale, le pessime condizioni abitative in cui versano molte famiglie causano ricoveri che pesano non poco sul bilancio statale: 2,5 miliardi di sterline. La sperimentazione ideata da Catapult, attivata anche in Aberdeenshire e Tees Valley, insegue l’urgenza di ottimizzare le magre risorse dell’Nhs. I tecnici sperano di poter presto avere i dati del risparmio procurato per ampliare la portata del progetto. Il binomio freddo e povertà è diventato il leitmotiv della cronaca quotidiana perché interessa circa il 66% della popolazione. Soprattutto al Nord: nelle Midlands, nello Yorkshire, in Irlanda del Nord. Zone, è noto, tra le più gelide e depresse dell’isola britannica.

Un rapporto dell’Istituto per l’equità sanitaria dell’University College London ha segnalato che la durezza dell’inverno, aggravata dalla miseria, rischia di “bruciare” un’intera generazione di bambini perché la gelida umidità delle loro abitazioni può danneggiare in maniera irreversibile la loro salute fisica e mentale. Soprattutto se fa il paio con un’alimentazione inadeguata.

Provocatoria è l’iniziativa dell’associazione Greenpeace che, mercoledì scorso, ha proiettato sulla facciata della lussuosa magione del premier Rishi Sunak nello Yorkshire, a Northallerton, un mini-documentario sulla lotta quotidiana contro fame e freddo dei pensionati, degli studenti e delle famiglie indigenti di Rother Valley. Un racconto in nove minuti della pancia sofferente del Paese, il volto triste della nuova «broken Britain».

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