sabato 14 maggio 2016
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Lisbona. L’assenza di una normativa internazionale per fermare l’avanzata del mercato globale dell’utero in affitto sta producendo effetti difficilmente reversibili. Il Parlamento portoghese ha approvato ieri una legge che autorizza il ricorso alla maternità surrogata nei casi «di assenza di utero, di lesioni o malattie di quest’organo che impedisca in maniera assoluta e definitiva la gravidanza» o «quando la situazione clinica lo giustifica», e a condizione che la gravidanza per conto terzi avvenga «a titolo eccezionale e gratuito». Criteri che, apparentemente rigorosi sulla carta, lasciano già intuire in quali smagliature possa infilarsi la legalizzazione di fatto della pratica. I voti per l’approvazione della legge, di stretta misura, sono arrivati dal Blocco di sinistra, partito proponente, vicino alle posizioni del partito greco Syriza, dai socialisti al potere, dai verdi e da una pattuglia di socialdemocratici, oggi all’opposizione, che ha consentito il varo della norma cui i pronostici della vigilia assegnavano invece una quasi certa bocciatura. Ma la legge non dice solo questo: viene infatti esteso l’accesso alla procreazione assistita anche alle donne sole e alle coppie omosessuali, cui un’altra norma varata dal parlamento apre ora la possibilità di adottare dopo che nel 2010 gli era stato permesso di contrarre matrimonio. È chiaro che nel momento in cui l’adozione viene concessa è necessario aprire il varco anche alla maternità surrogata. Oltre a mostrare un caso concreto di rapido allargamento dei “diritti” delle coppie dello stesso sesso dalla semplice unione all’adozione dei figli, la nuova legge aggiunge il Portogallo ai Paesi europei (Gran Bretagna, Irlanda e Romania) dove la surrogazione di maternità è accettata. Le dichiarazioni dopo il voto suonano uguali a Lisbona come altrove: «È un giorno molto importante per la società portoghese – ha dichiarato Eurico Reis, presidente del Consiglio nazionale di procreazione assistita –, il Paese ha fatto un passo sulla via della modernità». ( F.O.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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