mercoledì 11 maggio 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
Le istituzioni governative delegate alla tutela dei gruppi mino-ritari, in particolare quelle religiose, hanno avuto in Pakistan una vita travagliata. Dopo varie iniziative all’interno di dicasteri diversi, un ministero delle Minoranze a pieno titolo venne creato nel 2008 nel governo del Partito del popolo pachistano e affidato all’esponente cattolico dello stesso partito, Shahbaz Bhatti. Dopo la sua uccisione, il ministero venne chiuso, formalmente nel contesto di una decentralizzazione di diverse competenze alle province. Tuttavia, nel governo centrale venne creata una istituzione con nome e in parte prerogative diverse, il ministero per l’Armonia nazionale, affidato al fratello di Shahbaz Bhatti, il medico Paul Bhatti, formalmente con un ruolo di “consulente speciale” del primo ministro. Nel giugno 2013, con la vittoria della Lega musulmana del Pakistan, il ministero venne assorbito in un dicastero più ampio, quello per gli Affari religiosi. Le interpretazioni riguardo questi cambiamenti variano e per alcuni sono un segno integrazione che eviterebbe una ulteriore emarginazione, per altri indicano invece una volontà politica di non riconoscere pieni diritti ai non musulmani. Attualmente, i vari governi provinciali hanno al loro interno un ministero specifico per le Minoranze. Un percorso altrettanto accidentato è toccato al ministero per i Diritti umani, da pochi mesi pienamente ripristinato nella capitale Islamabad. ( L’attivista sciita Khurram Zaki (a destra)
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: