sabato 28 agosto 2021
Sirhan Sirhan è in cella da oltre mezzo secolo, ma il movente rimane misterioso
Sirhan Sirhan, 77 anni

Sirhan Sirhan, 77 anni - Reuters

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Sarà scarcerato Sirhan Sirhan, l’uomo condannato per l’assassinio di Robert Kennedy nel 1968, il profugo palestinese di cui si disse che aveva «ucciso il sogno americano» eliminando chi avrebbe potuto battere Richard Nixon per la Casa Bianca. La Commissione per la libertà condizionale della California ne ha disposto il rilascio.

Dopo un periodo di revisione di 90 giorni, l’ultima parola spetterà al governatore della California, Gavin Newson, che difficilmente cambierà la decisione. In 53 anni di carcere era la sedicesima volta che veniva presentata la richiesta di libertà condizionale per Sirhan, ormai 77enne, ma per la prima volta la procura non si è presentata in aula per opporsi, in omaggio alla nuova linea del procuratore distrettuale della Contea di Los Angeles, George Gascon, convinto che il lavoro dell’accusa si fermi al momento della condanna. «È passato più di mezzo secolo e quel giovane ragazzo impulsivo che ero non esiste più», ha detto Sirhan nell’ultima udienza, «il senatore Kennedy era la speranza del mondo e ho ferito e ho fatto del male a tutti e mi addolora rendermene conto, la coscienza di un atto così orribile».

Sirhan, che ferì altre cinque persone, fu condannato nel 1969 alla camera a gas, poi commutata nell’ergastolo. Bob fu assassinato il 5 giugno 1968, in piena guerra del Vietnam. La campagna elettorale del fratello minore di Jfk, reduce dal trionfo nelle primarie democratiche in California, stava raccogliendo molti sostegni e speranze nel Paese.

Il giovane Kennedy sembrava un rivale credibile per sconfiggere Richard Nixon, ma la sua ambizione fu stroncata nelle cucine dell’hotel Ambassador di Los Angeles dagli otto colpi sparati da Sirhan, un aspirante fantino. Lui non ha mai spiegato i veri motivi del suo gesto se non alludendo a un vago risentimento per il sostegno dato da Robert a Israele nella Guerra dei Sei giorni. Di certo quell’assassinio cambiò il corso della Storia, lasciando campo libero a Nixon che a novembre vinse sull’anonimo Humbert Humphrey. All’udienza ha parlato un figlio del senatore ucciso, Douglas, che all’epoca era un neonato: «Ho vissuto tutta la vita nel terrore di lui e del suo nome, ora sono grato perché vedo un essere umano che merita compassione».

Ma il clan si è spaccato. «Ha tolto il padre alla nostra famiglia e all’intera America», hanno invece scritto «devastati» l’ex deputato Joe Kennedy, Courtney, Kerry, Christopher, Max e Rory, nata pochi mesi dopo l’assassinio del papà: «Siamo esterrefatti che sia stato raccomandato il rilascio».

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