venerdì 1 aprile 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
Firmeranno un patto di lealtà. Via libera dei giudici all’estradizione a Parigi di Salah BRUXELLES Da ora in poi i cittadini extracomunitari che vorranno stabilirsi in Belgio dovranno firmare un vero e proprio contratto, impegnandosi a integrarsi nella società, rispettare gli usi e costumi, apprendere la lingua e denunciare qualsiasi atto legato al terrorismo. Altrimenti scatterà l’espulsione immediata. Dopo gli attentati del 22 marzo, e mentre si scopre che almeno 50 dipendenti dell’aeroporto di Bruxelles, «potrebbero essere sostenitori di Daesh», ieri è arrivato il pugno di ferro del governo. A volere la nuova normativa è stato un esponente della destra naziona-lista fiamminga, il segretario di Stato all’immigrazione, responsabile anche per l’asilo, Theo Francken, che ha presentato trionfante anche attraverso il social network Twitter il testo del “con-tratto”, che andrà firmato da chiunque voglia soggiornare in Belgio oltre i 30 giorni, impegnando anche i propri familiari, assicurando che rispetterà la libertà d’opinione, di associazione, di culto, di vivere il proprio orientamento sessuale, della parità tra i sessi. Resta tutto da vedere se un simile “contratto” potrà davvero evitare attentati come quello del 22 marzo: quasi tutti gli attentatori, sia di Parigi, sia di Bruxelles, erano cittadini belgi, migranti di seconda o anche terza generazione. La notizia è giunta in una giornata in cui si è appresa di un’altra, incredibile falla nel sistema di sicurezza all’aeroporto di Bruxelles, uno dei maggiori d’Europa, con 23,5 milioni di passeggeri l’anno. La stampa belga ha rivelato di una lettera aperta scritta da circa cento responsabili all’aeroporto di Bruxelles ai vertici dello scalo, lamentando che una gran parte dei dipendenti che lavora al centro di smistamento dei bagagli, ha precedenti penali «spesso per fatti gravi». Peggio, «tra il personale addetto ai bagagli ci sono diverse persone che hanno acclamato gli attentati di Parigi», ha confermato ieri alla catena tv Bel Rtl, Vincent Gilles, presidente del sindacato di polizia Slfp. Il quotidiano fiammingo Het Belang Van Limburgsostiene che sarebbero «almeno 50 i sostenitori di Daesh che lavorano in aeroporto. Hanno un tesserino di sicurezza e hanno accesso alla cabina di pilotaggio di un aereo». Tra il personale più «sospetto», secondo il giornale, oltre a quello per i bagagli, anche addetti alla pulizie e commessi nei negozi. «In passato – scrive il giornale – il tesserino di alcuni individui sospetti è stato confiscato, ma, ovviamente, non a tutti ». I vertici dello scalo hanno fatto sapere che avvieranno verifiche ed eventualmente sposteranno, o anche licenzieranno i dipendenti più a rischio. Il quotidiano aggiunge anche un dettagli importante sugli attentati: «Alcune persone – scrive – sospettate di aver combattuto in Siria sono arrivate nell’aeroporto come falsi turisti. Abbiamo segnalato la loro presenza, ma non sappiamo se qualcosa è stato fatto con quelle informazioni». Ieri i sindacati di polizia hanno preteso dai vertici dello scalo la garanzia del controllo sistematico di tutti i passeggeri e i relativi bagagli prima di farli accedere alla hall dei check-in. L’accordo non si è trovato, il sindacato ha dunque negato la presenza di agenti, e così ieri c’è stato un nuovo rinvio della riapertura parziale dello scalo. Ieri intanto la Procura federale belga ha dato via libera all’estradizione in Francia di Salah Abdeslam, l’attentatore suicida mancato degli attentati di Parigi, coinvolto anche in quelli di Bruxelles, arrestato il 18 marzo nella capitale belga, e che ora è tornato a dire di voler collaborare con i francesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Salah Abdeslam
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: