martedì 4 gennaio 2022
Nell'arcipelago vivono 86mila centenari. Gli anziani sono 36,4 milione, quasi un terzo dell'intera popolazione. E i giovani "spariscono"
Kane Tanaka in una foto scattata nel 2019

Kane Tanaka in una foto scattata nel 2019 - Ansa

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Ha macinato un altro record, Kane Tanaka. Spegnendo le sue “prime” 119 candeline, la donna giapponese si è confermata la più anziana al mondo. Kane Tanaka ha festeggiato con lo staff della casa di riposo dove è ospitata, nella prefettura di Fukuoka nel sud-ovest del Giappone.

Nel Guinness dei primati Tanaka è stata riconosciuta come la giapponese più anziana di sempre nel settembre 2020, quando raggiunse 117 anni e 261 giorni d’età, ricorrenza che celebrò con una bottiglia di Coca-Cola e facendo il segno della pace a beneficio dei fotografi. Nata nel 1903, sei mesi prima di George Orwell, nell’anno in cui i fratelli Wright realizzarono il primo volo della storia e si tenne la prima edizione del Tour de France, Tanaka ha visto succedersi cinque imperatori sul Trono del Crisantemo.

L’ultracentenaria, a causa delle restrizioni sanitarie disposte per la pandemia di coronavirus, ha tenuto di recente contatti limitati con i familiari, trascorrendo il tempo a fare puzzles e giochi da tavolo con il personale della casa di riposo. Suo nipote Eiji, di 62 anni, ha espresso all’agenzia Kyodo l’auspicio di congratularsi di persona con la nonna il più presto possibile: «Spero che si mantenga in salute e si diverta ogni giorno che diventa più vecchia». Settima di nove sorelle, Kane Tanaka si sposò a 19 anni e contribuì a gestire l’esercizio di famiglia, una spaghetteria, quando il marito e il figlio maggiore furono chiamati sotto le armi all’epoca del conflitto sino-giapponese nel 1937.

Il primato della signora Kane si accompagna a un altro primato, che riguarda l’intero Paese. Il Giappone è, infatti, il Paese più vecchio al mondo. Il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni ha raggiunto il record di 36,4 milioni, con un aumento di 220mila persone rispetto all’anno precedente, pari al 29,1% della popolazione totale. Secondo il National Institute of Population and Social Security Research, la percentuale salirà al 35,3% nel 2040, quando la cosiddetta seconda generazione del baby boom, ovvero le persone nate

all’inizio degli anni Settanta, raggiungerà l’età di 65 anni o più.
Secondo i dati diffusi dal ministero della Salute a settembre scorso, in Giappone si contano 86.510 centenari, con un incremento di 6.060 rispetto all’anno scorso. La stragrande maggioranza è costituita da donne, mentre gli uomini ammontano soltanto a 10mila. Nel 1963, anno in cui fu condotto il primo censimento di centenari, il Giappone ne contava appena 153, ma l’incremento è stato costante superando la soglia dei 10mila nel 1998. Anche l’aspettativa di vita nel Paese, una delle società che invecchiano più rapidamente sul Pianeta, non è mai stata così alta con una media di 87,74 anni per le donne e 81,64 anni per gli uomini. Al contempo, i dati ufficiali censiscono solo un milione e 200mila di giapponesi che hanno compiuto vent’anni allo scoccare del 2022, con un calo di 40mila rispetto all’anno scorso e ai minimi dal 1968, anno in cui fu avviata questa rilevazione. I ventenni rappresentano meno dell’1% della popolazione nipponica.
Secondo alcune previsioni, la popolazione giapponese dovrebbe crollare a 88 milioni entro il 2065, a causa di un tasso di fertilità tra i più bassi al mondo. Una contrazione vertiginosa che, secondo gli esperti, mette a rischio la sopravvivenza economica e sociale del Paese.

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