venerdì 30 agosto 2013
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In Siria la sola via per la pace è il dia­logo. Papa Francesco e re Abdul­lah II di Giordania sono in perfet­ta sintonia su questo punto e il comu­nicato diffuso ieri dalla Sala Stampa va­ticana, al termine dell’udienza del Pon­tefice al sovrano hascemita, non man­ca di sottolinearlo. «Speciale attenzio­ne », si legge infatti nel testo, «è stata ri­servata » nel corso dell’incontro di 20 minuti svoltosi in un clima cordiale, «alla tragica situazione in cui versa la Si­ria ». «Al riguardo – prosegue la nota –, è stato riaffermato che la via del dialo­go e della negoziazione fra tutti i com­ponenti della società siriana, con il so­stegno della comunità internazionale, è l’unica opzione per porre fine al con­flitto e alle violenze che ogni giorno causano la perdita di tante vite umane, soprattutto fra la popolazione inerme».
Medio Oriente e pace, dunque, i temi al centro dell’incontro, cui ha preso parte anche la regina Rania. Si è parla­to della «ripresa dei negoziati tra Israe­liani e Palestinesi» e della «questione di Gerusalemme». Il comunicato e­sprime inoltre «apprezzamento per l’impegno» del re giordano «nel cam­po del dialogo interreligioso e per l’i­niziativa di convocare ad Amman, al­l’inizio di settembre, una conferenza sulle sfide che i cristiani nel Medio O­riente devono affrontare in questo pe­riodo di cambiamenti socio-politici». Infine «si è rilevato il positivo contri­buto che le comunità cristiane appor­tano alle società della Regione, di cui sono una parte integrante». I toni del comunicato hanno trovato riscontro nel clima dell’udienza.
Il Pa­pa ha accolto il suo ospite con un si­gnificativo «benvenuto, sua maestà». Quindi ha accennato un baciamano nei confronti della regina, che era ve­stita di nero con una veletta bianca sul capo. «Ho un grandissimo rispetto per quello che lei sta facendo e per quello che la Chiesa cattolica fa – ha risposto il sovrano –. È un piacere e un onore incontrarla». Al termine del colloquio privato, il re ha incontrato il cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e il segretario per i rapporti con gli Stati, Dominique Mamberti. Voci contrarie alla guerra giungono an­che dalla regione mediorientale. Il pa­triarca latino di Gerusalemme Fouad Twal si chiede «con quale autorizza­zione si può attaccare un Paese?». Sul­le stesse posizioni anche l’arcivescovo Maroun Lahham, vicario patriarcale per la Giordania.
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