mercoledì 1 febbraio 2012
​Con uno squillante 46% si rilancia come candidato da battere per la nomination. Dietro, con il 32%, Newt Gingrich, il grande sconfitto, che però non molla.
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​Mitt Romney s'è abbattuto come un ciclone sulla Florida strapazzando tutti i suoi avversari con uno squillante 46% e rilanciandosi come candidato da battere per la nomination. Dietro, con il 32%, Newt Gingrich, il grande sconfitto che però non molla e annuncia senza fare una piega che "ormai è una corsa a due, tra un conservatore doc e un moderato del Massachusetts". Dal Convention Center offlimits per i cronisti stranieri, l'ex Governatore dà il ben servito a Barack Obama: "Sono pronto a guidare il partito e gli Stati Uniti. Sta finendo la sua era. E sta cominciando un'era di prosperità: leadership vuol dire assunzione di responsabilità, non accampare sempre delle scuse". Entusiasmo anche in un Hotel di Orlando, dove l'ex Speaker ha fatto capire che non molla la presa: "la partita è tutt'altro che conclusa". E in linea teorica i numeri gli potrebbero anche dar ragione: se Mitt ha ottenuto il 46,4%, sommando il suo 31,9% e il 13,4 di Rick Santorum, in effetti emerge un partito ancora spaccato a metà. Per questo motivo, di fronte a tantissimi fan sintetizza che il voto dopo il voto del Sunshine State "é iniziata una lotta a due". "Il potere della gente alla fine sconfiggerà il potere dei soldi". Davanti a lui, i suoi agitavano grandi cartelli con su scritto: "46 to go", cioé il numero degli stati in cui si deve ancora votare per lo sfidante a Barack Obama. E proprio il presidente, parlando a un iniziativa elettorale a Washington, ha fatto capire che non cederà il passo tanto facilmente: "Sono assolutamente convinto che siamo sulla strada giusta per uscire dalla crisi. La mia determinazione è più forte ora di quanto non lo fosse nel 2008", ha concluso lanciando un messaggio chiaro agli affondi dei suoi avversari, in Florida: cacciarlo dalla Casa Bianca non sarà facile per nessuno.
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