mercoledì 11 maggio 2016
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BRASILIA Ogni giorno un colpo di scena. Somiglia sempre più ad una telenovela la vicenda dell’impeachment alla presidente Dilma Rousseff. Meno di 24 ore d dopo aver annullato il via libera dei deputati del 17 aprile, il presidente della Camera, Waldir Maranhão, ha fatto marcia indietro. Quella decisione – prima rigettata perché si «rileverebbe un palese pregiudizio» – resta valida, ha affermato il politico. La riunione di oggi in Senato è, dunque, confermata. Tra questa notte e domani mattina, i rappresentanti dovranno prendere la decisione definitiva sulla messa in stato d’accusa della presidente, nel mirino per aver ritoccato i conti durante la campagna elettorale. Perché il voto sia valido è sufficiente la maggioranza semplice e una cinquantina degli 81 rappresentanti ha già annunciato il proprio sostegno all’impeachment. Certo, è sempre possibile un ennesimo “ribaltamento” della situazione ad opera, stavolta, della Corte Suprema. Il governo ha presentato ricorso e quest’ultima è l’unica ormai a poter fermare l’inchiesta e il probabile ritiro temporaneo – 180 giorni per consentire lo svolgimento del processo – della leader. Il caos delle ultime ore ha fatto salire ulteriormente la tensione nel gigante latino. Ieri, una folla di fedelissimi di Rousseff è scesa in piazza in 14 Stati contro l’impeachment. A Rio, i dimostranti hanno bloccato la strada federale Br 01, arteria chiave del Paese. A San Paolo, il traffico è rimasto bloccato per ore. Alle manifestazioni si sono aggiunti i Sem Terra e rappresentanti della Centrale unica dei lavoratori, il principale sindacato brasiliano. ( Lu.C.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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