giovedì 24 marzo 2016
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Fratelli. Come Said e Chérif Kouachi, i terroristi degli attacchi di Charlie Hebdo. Come Salah e Brahim Abdeslam, gli attentatori del 13 novembre a Parigi. Ibrahim e Khalid el-Bakraoui, di 30 e 27 anni, sono i due kamikaze che si sono fatti esplodere martedì a Bruxelles. Ibrahim all’aeroporto: è il secondo uomo da sinistra che compare nella foto delle telecamere di sorveglianza diffusa dalla polizia. Khalid, un’ora dopo, alla stazione della metropolitana di Maelbeek. Erano ricercati per i loro legami con la rete coinvolta nelle stragi al Bataclan e allo Stade de France. Gli inquirenti ritengono che siano proprio loro i due terroristi sfuggiti una settimana fa all’irruzione in un appartamento del quartiere di Forest. E sembra che sia stato proprio Ibrahim ad aver affittato sotto falso nome l’appartamento oggetto del blitz. Sempre lui avrebbe affittato quello di Rue du Fort, a Charleroi, uno dei due in cui sono stati messi a punto gli attacchi di Parigi. Non erano mai stati in Siria. Ma erano noti alle forze dell’ordine. Ibrahim nell’ottobre 2010 era stato condannato per aver sparato con un Kalashnikov contro alcuni poliziotti a Bruxelles e a Laeken durante una rapina (lui faceva il palo). Era stato condannato a 9 anni di carcere, ma era stato rilasciato prima. Nel febbraio 2011 era stato il fratello Khalid a essere condannato a cinque anni per una serie di furti d’auto a mano armata. Era stato trovato in possesso di alcuni Kalashnikov. Ed era finito in cella. È quindi possibile che si siano radicalizzati in carcere, in Belgio. Nel cuore dell’Europa. Senza aver mai visto un campo di addestramento del Daesh. (
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