venerdì 10 settembre 2021
I jihadisti esortano provocatoriamente gli Stati Uniti: cancellate la Rete Haqqani dalla lista nera dei terroristi Il leader del gruppo è ministro dell’Interno, ha una taglia da 5 milioni di dollari
Due dei reporter rilasciati dai taleban con i segni sulla schiena delle torture

Due dei reporter rilasciati dai taleban con i segni sulla schiena delle torture - Reuters

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È decollato da Kabul quando era già sera il primo volo charter dal ritiro delle truppe straniere dall’Afghanistan. Sono i primi 200 stranieri che lasciano l’Afganistan dei nuovi taleban, diretti a Doha in Qatar, dopo il 31 agosto e la chiusura del ponte aereo internazionale. Fra loro anche quattro italiani con doppia cittadinanza e alcuni statunitensi, dopo che in mattinata era stato dato il via libera alla partenza degli stranieri.

È il «primo passo positivo » per la Casa Bianca del nuovo governo che, significativamente, giurerà domani, nel 20esimo anniversario dell’attentato alle Torri gemelle. Questa l’unica nota positiva di un nuovo giorno di proteste – nonostante il divieto dei taleban – e di repressione, mentre in molte parti di Kabul sono state sospese tutte le connessioni a Internet. È il ventesimo anniversario dell’assassinio del Leone del Panshir, Ahmad Shah Massud e il Fronte di resistenza nazionale del Panshir, caduto per ultimo pochi giorni fa nelle mani dei taleban afferma di poter «tornare in qualunque momento », ma il blocco della rete non ferma a Kabul alcune decine di manifestanti, di nuovo radunati vicino all’ambasciata del Pakistan e dispersi, come ormai da copione, dalle raffiche sparate in aria dai miliziani teleban.

Cortei si sono registrati anche nelle province di Parwan, Nimruz e Kapisa, così come nella città di Kunduz, e secondo Aamaj News, vi sono stati degli arresti. Il ministro degli Interni Sirajuddin Haqqani ha vietato ogni manifestazione che non sia stata preventivamente autorizzata. La misura reale della repressione, al di là delle promesse fatte dagli studenti coranici, è nella testimonianza di Taqi Daryabi, fotografo di 22 anni, e Nematullah Naqdi, cameraman di 28, fermati mercoledì dai taleban mentre cercavano di filmare una manifestazione di donne davanti a un commissariato di Kabul: la Bbc pubblica le foto – diffuse sui social – dei due reporter con evidentissimi lividi e contusioni sulla schiena. Taqi Daryabi, ha riferito di essere stato portato in una stazione di polizia dove, con le mani legate dietro la schiena, è stato preso a calci e picchiato con bastoni e tubi per alcune ore da quattro o cinque studenti del Corano prima di essere rilasciato.

Oltre 100 giornali ed emittenti, afferma un rapporto dell’Easo, l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, sono state chiuse da agosto mentre i taleban stanno compiendo rastrellamenti casa per casa per prelevare i giornalisti afghani. Domani il giuramento mentre nel prossimo governo, promettono i taleban «avremo posti per le donne» nel rispetto della «sharia», assicura il portavoce Zabihullah Mujahid. E agli Usa chiedono di rimuovere dalla lista nera i membri del clan Haqqani, perché «senza alcuna eccezione facevano parte dell’interazione con gli Stati Uniti» e la richiesta fatta già in precedenza è «ancora valida ». La rete terroristica venne costituita da Jalaluddin Haqqani durante l’occupazione sovietica dell’Afghanistan negli anni Ottanta e successivamente strinse stretti legami con al-Qaeda. Dopo la morte di Jalaluddin Haqqani, il comando dell’organizzazione venne preso dal figlio Sirajuddin Haqqani, che domani giurerà come ministro degli Interni.

Su di lui pende una taglia da 5 milioni di dollari del Fbi. Una richiesta irricevibile per Washington: il segretario di Stato Antony Blinken, ieri in Germania, ha affermato che il nuovo governo annunciato dai taleban «di sicuro non supera la prova dell’inclusività», dato che non vede la presenza di donne mentre gli Usa sono «preoccupati» dai «precedenti di alcuni ministri». La Germania insieme ai suoi partner chiede il rispetto dei «diritti fondamentali, in particolare delle donne» in Afghanistan, ma «le notizie che si sono giunte da Kabul non ci rendono ottimisti», ha dichiarato Heiko Maas. Molto simile la reazione che giunge da Bruxelles. Il nuovo governo «non corrisponde a quanto i taleban avevano promesso», vale a dire di incaricare «persone che rappresentassero le diverse comunità dell’Afghanistan», ha dichiarato Peter Stano, portavoce della Commissione Europea per gli affari esteri. Tutto questo mentre sta montando l’indignazione dell’opinione pubblica mondiale verso le misure restrittive dei taleban contro le donne.

La federazione di cricket australiana si è detta pronta ad annullare l’importante partita di cricket maschile contro l’Australia in occasione dell’International Cricket Council, prevista a novembre, se i taleban non faranno marcia indietro sull’annunciato divieto alle donne di praticare sport. Il vice capo della commissione culturale dei taleban, Ahmadullah Wasiq, ha affermato che sotto il nuovo regime le donne non potranno praticare alcuno sport che «esponga i loro corpi», compreso il cricket. RISERVATA

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