martedì 15 febbraio 2022
L’incubo nel quale erano precipitate da settimane è finalmente finito. Le quattro attivisti afghane, di cui non si aveva più notizia da giorni, sono state «rilasciate» dai taleban
Una protesta delle donne afghane a Kabul

Una protesta delle donne afghane a Kabul - Reuters

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L’incubo nel quale erano precipitate da settimane è finalmente finito. Le quattro attivisti afghane, di cui non si aveva più notizia da giorni, sono state «rilasciate» dai taleban.

La loro “colpa”? Aver partecipato, lo scorso gennaio, a una manifestazione, per le strade di Kabul, per chiedere il rispetto del diritto all’istruzione e al lavoro delle donne in Afghanistan, diritti “oscurati” dal regime dei taleban. «Dopo un lungo periodo di incertezza sulla loro ubicazione e la loro sicurezza, le quattro attiviste afgane “scomparse”, così come i loro familiari anch’essi scomparsi, sono stati tutti rilasciati dalle autorità de facto», ha fatto sapere domenica su twitter la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama).

La notizia della liberazione di Parwana Ibrahimkhel era già stata diffusa sabato scorso. Insieme a Tamana Zaryabi Paryani, Zahra Mohammadi e Mursal Ayar, l’attivista era stata fermata alcuni giorni dopo aver partecipato a una manifestazione organizzata per chiedere il rispetto del diritto all’istruzione e al lavoro delle donne.

Sulla loro sorte era caduto un silenzio impenetrabile. I leader taleban avevano, infatti, negato di averle arrestate. Il portavoce del governo taleban Zabihullah Mujahid ha recentemente ribadito che le autorità afghane hanno «il diritto di arrestare e detenere i dissidenti o chiunque infranga la legge». Come ricorda da al-Jazeera, i taleban continuano ad oscillare tra posizioni apertamente vessatorie e discriminanti nei confronti delle donne e promesse di timide aperture per accreditarsi dinanzi alla comunità internazionale.

I taleban hanno emesso un ordine che vieta alle donne di viaggiare se non accompagnate da un parente maschio. Hanno poi vietato alle donne di lavorare in diversi settori governativi e la maggior parte delle scuole secondarie femminili rimangono chiuse. Ma anche hanno “assicurato” che le ragazze di tutte le età torneranno a scuola entro marzo. E ieri la censura taleban si è abbattuta sulla festa di San Valentino: le forze di sicurezza hanno costretto a chiudere i mercati e distruggere le decorazioni di San Valentino in diversi negozi.

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