giovedì 19 maggio 2016
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«Sostenibilità» è la parola chiave della conferenza Italia-Africa. Un vertice dal taglio operativo, organizzato in «panel» tematici tra ministri italiani, africani e organismi internazionali. Ecco i punti che – spiegano alla Farnesina – l’Italia travaserà nel «piano operativo ad ampio raggio sull’Africa» da sottoporre al Consiglio europeo di giugno, «con la possibilità di far partire in tempi brevi i primi progetti pilota». Il primo investimento va fatto sulla «sostenibilità della sicurezza e della pace»: in Africa i conflitti sono diminuiti anche grazie all’Unione Africana e alle altre organizzazioni subregionali, ma il terrorismo è una minaccia, da Boko Haram in Nigeria ad al-Shabaab in Somalia. L’Italia – candidata a un seggio non permanente del Consiglio di sicurezza Onu – fa la sua parte per la stabilizzazione in Libia e in tutta l’area dell’Africa orientale. «Sostenibilità dello sviluppo economico» è la premessa imprescindibile, chiesta a gran voce dai ministri africani, per la stabilità e per ridurre l’emigrazione. Nel Piano operativo del Consiglio europeo l’Italia vuole inserire quindi progetti di investimento ad elevato impatto sociale e infrastrutturale. In un continente ricco di fonti energetiche, 600 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità. Nei prossimi anni l’interscambio dell’Italia con l’Africa – 38 miliardi di euro l’anno – crescerà a un tasso intorno al 5%. E le imprese italiane, anche grazie all’eredità di Expo, potranno contribuire con competenza alla sicurezza alimentare dell’Africa, assieme alla formazione e alla creazione di occupazione. Per i giovani ma soprattutto per le donne, risorsa da valorizzare. Il «Migration Compact», il patto sulla migrazione, è stato il primo passo per ridisegnare le politiche migratorie tra Europa e Africa. Ora, sulla scorta della conferenza ministeriale italo-africana, l’Italia mette a punto le indicazioni al Consiglio europeo per un Piano operativo di «sostenibilità dei flussi migratori». Tra 2010 e 2015 in Europa sono arrivati quasi due milioni di migranti africani, più 10,3% rispetto al quinquennio precedente. Entro il 2015 la popolazione africana raddoppierà fino a 2,5 miliardi. Per contrastare l’immigrazione illegale l’Ue deve creare sviluppo, ma anche offrire canali legali, sbloccare le quote di ingresso, offrire in loco formazione, incrociare domanda e offerta. L’Africa dovrà contrastare la tratta, controllare le frontiere, sottoscrivere accordi di riammissione. (
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